8 Settembre 2021

Impegniamoci per un lavoro giusto e buono: l’appello del Vescovo nel giorno dell’8 settembre

Nell’omelia del solenne pontificale, monsignor Nerbini ha fatto riferimento alla lettera pastorale “Prato, guarda avanti!”, scritta in occasione della festa della Madonna della Fiera: la missiva è stata consegnata alle autorità cittadine


“Come cittadini, membri della comunità civile insieme ad altri fratelli di diversa fede, cultura e nazionalità vogliamo, dobbiamo mettere mano a tanti guasti in conseguenza dei quali non tutti hanno avuto le stesse opportunità, non tutti hanno goduto a pieno dei loro diritti, a cominciare da quello del lavoro su cui si fonda la nostra Repubblica un lavoro giusto, buono, ed il bene comune sì è ridotto ad essere il bene di molti ma non di tutti”. È l’invito che il vescovo Giovanni Nerbini rivolge a Prato nel giorno della festa della città, l’8 settembre, solennità della Natività di Maria. In duomo il clero diocesano ha concelebrato il solenne pontificale alla presenza delle autorità cittadine e di tanti pratesi. Nelle prime file il sindaco Matteo Biffoni, il prefetto Adriana Cogode, il presidente della Provincia Francesco Puggelli, il questore Giuseppe Cannizzaro, l’onorevole Giorgio Silli, i rappresentanti dei Comuni pratesi e delle Forze dell’ordine. In cattedrale i posti disponibili sono andati tutti esauriti fin dalle prime ore della mattina e in molti hanno seguito la messa in piazza Duomo grazie agli altoparlanti esterni.

Nell’omelia il Vescovo ha fatto riferimento alla lettera pastorale “Prato, guarda avanti!”, scritta in occasione dell’8 settembre come ulteriore passo verso la costruzione comunitaria della città. Un percorso chiamato #farepatti, lanciato da Nerbini nei mesi scorsi e immediatamente accolto dalle istituzioni e dai rappresentanti delle categorie sociali ed economiche della città. Lavoro (non la rendita), non rimpiangere il passato, intrecciare le intelligenze per metterle a frutto della comunità e ascolto dei giovani dando loro responsabilità e fiducia. Sono i temi al centro della riflessione del Vescovo.

 

Il passaggio dell’omelia nel quale il Vescovo

richiama all’importanza di un lavoro giusto e buono per tutti

 

“Nella lettera mi sono rifatto ad una immagine significativa, familiare per tutti i pratesi – ha detto Nerbini nell’omelia –. In ogni casa, per un periodo lunghissimo della storia cittadina, si è avuto un telaio, strumento prezioso, direi caro ad ogni famiglia. È servito a produrre ricchezza che ha fatto grande ed accogliente questa città la quale ha spalancato le proprie porte a tanti immigrati qui giunti e permettendo loro di trovarvi casa, lavoro, stabilità ed una piena cittadinanza. Dall’intreccio sapiente e creativo di fili diversi questo umile strumento ha permesso di creare autentiche opere d’arte diffuse ed apprezzate in tutto il mondo. Da questa semplice metafora possiamo ricavare un grande insegnamento ed una forte spinta a lasciarci coinvolgere in questa nuova avventura”.

In questo cammino comune il Vescovo indica nell’ascolto della Parola – avere un “cuore ascoltante” – la via principale per raggiungere il risultato, “riusciremo a comprendere l’arte del governo, la cura delle persone, la custodia e la vita del suo popolo. La piccola giovane Maria ha fatto questo. Di fronte all’irrompere di Dio nella sua vita con una proposta umanamente impossibile, ella sa ascoltare con il cuore, sa credere, sa scegliere, aprendo la storia al divino”. Poi un riferimento alla festa della Liberazione della città dall’occupazione Nazifascista. “Ieri abbiamo celebrato la liberazione di Prato ricordando la nascita della Repubblica che ha il suo fondamento in quel gioiello che è la Carta costituzionale, autentica sinfonia di linguaggi e valori differenti. Allora l’invito, l’appello è questo: Prato, guarda avanti!”, ha concluso il Vescovo.

 

 

Al termine della celebrazione, il Vescovo ha consegnato alle autorità presenti in cattedrale la lettera pastorale “Prato, guarda avanti!”. Poi si è tenuto il tradizionale gesto dell’omaggio dei ceri per la Cappella del Sacro Cingolo da parte dell’Amministrazione comunale. “Quest’anno il dono lo ha fatto lei a noi eccellenza – ha detto il sindaco Matteo Biffoni – ci ha consegnato una lettera che sicuramente sarà di stimolo per lavorare insieme alle sfide che attendono questa città. La questione sociale avrà un suo sviluppo, è un timore che ho anche se spero di essere smentito. Le siamo grati per questi suggerimenti, questa mattina esco dalla cattedrale più arricchito rispetto a quando sono entrato. Condivido molto l’appello all’unità e ho apprezzato il riferimento al tessuto, al tessere insieme per costruire un cammino che oggi si apre per tutti noi”.

 

 

 

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