17 Settembre 2021

Sacerdote arrestato per droga, i tre sistemi utilizzati per accaparrarsi denaro

Offerte delle messe trattenute prima dell'arrivo del contabile, prelievi dai conti della parrocchia e da ultimo - quando gli è stato tolto il potere di firma - richieste truffaldine ai fedeli per opere di carità. E' quanto viene contestato a don Francesco Spagnesi, agli arresti domiciliari da martedi scorso


Proseguono gli accertamenti della squadra mobile per quantificare il denaro utilizzato da don Francesco Spagnesi per acquistare droga da consumare nei festini a tre, organizzati negli ultimi due anni assieme al compagno Alessio Regina, finito anch’egli ai domiciliari, e ad altri uomini contattati tramite siti di incontri.
Dopo la notizia degli arresti, in questura e davanti al sostituto procuratore Lorenzo Gestri, che conduce l’inchiesta, si sono presentati negli ultimi giorni alcuni fedeli, sia della Castellina sia di altre parrocchie, che negli ultimi mesi avevano dato seguito alla richiesta di don Francesco – giunta talora con dei messaggi whatsapp – ad effettuare donazioni per famiglie bisognose. Il denaro – da poche decine a diverse centinaia di euro – veniva consegnato direttamente o tramite bonifico sul conto dello stesso sacerdote, che secondo l’accusa lo usava per procacciarsi la droga. Un utilizzo distorto che potrebbe costare all’ex parroco, già indagato per importazione e cessione di droga e per appropriazione indebita, un nuovo capo di imputazione: quello di truffa.
Questa modalità truffaldina era secondo gli inquirenti la nuova modalità per procacciarsi denaro che don Francesco Spagnesi aveva ideato dopo che nell’aprile 2021 il vescovo Nerbini – venuto a conoscenza dei problemi di tossicodipendenza del sacerdote – gli aveva tolto il potere di firma dai conti della parrocchia.

Le prime anomalie sulla gestione della contabilità – a quanto emerge dall’ordinanza di applicazione di misura cautelare firmata dal gip Francesca Scarlatti – erano emerse quasi un anno prima, quando il componente del consiglio degli affari economici della parrocchia della Castellina Gianfranco Marzano, che tra l’altro è impiegato nell’ufficio amministrativo della Curia, aveva scritto dei messaggi in chat a don Spagnesi chiedendo spiegazioni su ammanchi dal conto corrente e spese non giustificate: prelievi di 40.000 euro in due mesi (segnalati il 1 maggio 2020), pagamenti di 75.000 euro ancora da rendicontare (fatti notare il 5 giugno 2020). Fino all’ammonimento del 27 febbraio 2021 quando Marzano scrive a don Francesco che sul conto corrente sono rimasti circa 120.000 euro e gli fa presente che nel 2020 la parrocchia ha incassato oltre 200.000 euro solo dalla vendita degli appartamenti.

Oltre ai prelievi dai conti della parrocchia, l’altro canale di appropriazione indebita da parte di don Francesco Spagnesi secondo gli inquirenti erano le offerte delle messe, che il sacerdote avrebbe messo da parte prima che il contabile della Diocesi arrivasse a ritirare il denaro. In una conversazione intercettata della scorsa domenica 5 settembre, don Spagnesi, già indagato, dice al viceparroco Paolo Ridolfi che nel corso degli anni ha sempre trattenuto l’intero ricavato della messa del sabato sera. Un modo per convincerlo a fare la stessa cosa con la messa del giorno prima. Circostanza che è costata anche a don Ridolfi l’iscrizione nel registro degli indagati per appropriazione indebita.

La Diocesi, che si è messa da subito a disposizione degli inquirenti, sta lavorando per quantificare con esattezza gli ammanchi e l’utilizzo che è stato fatto del denaro uscito dai conti parrocchiali.

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