2 Febbraio 2016

Economia, a Prato attività in calo: in un anno perso il 20% delle partite Iva


Prato perde malamente il derby con Pistoia, non stavolta su un campo di calcio ma in campo economico. A dirlo è la recentissima ricerca dell’Ufficio Studi di Confartigianato sul lavoro indipendente, quello formato, per intenderci, dalle partite Iva: in media nazionale questo universo è popolato per il 90% da imprenditori, lavoratori autonomi e liberi professionisti; per il resto da altri tipi di attività come coadiuvanti familiari, soci di cooperative e altri tipi di collaborazione. 

Ebbene, dalle statistiche emerge una situazione decisamente migliore per l’economia pistoiese rispetto a quella pratese. L’incidenza del lavoro indipendente sul totale dei lavoratori è del 26,8% per Prato e del 38,6% a Pistoia che con questo dato si colloca al quinto posto tra le province in Italia. Ma a fare ancor più la differenza è l’andamento anche recente di queste attività: tra il 2013 e il 2014 a Prato il lavoro indipendente è calato del 19,9% mentre a Pistoia è cresciuto del 3,2%, anche in questo caso ponendosi tra le province più dinamiche in questo campo. Anche ampliando la forbice temporale abbracciando il lungo e travagliato periodo di crisi, mentre Prato ha perduto, dal 2004 al 2014, il 27,4% delle attività autonome, Pistoia cede alla crisi solo il 4,3%.
Ma cosa ha pesato sul nostro distretto in modo così incisivo rispetto ai nostri “vicini di casa”?
“Il nostro è un distretto manifatturiero specializzato in un settore che ha certamente accusato la crisi molto più di altri – spiega Andrea Belli, presidente di Confartigianato Imprese Prato – A incidere sulla forte crisi sono state anche le importazioni selvagge che il nostro tessile ha patito rispetto ad altri settori, manche in virtù della maggiore facilità di trasporto di questo prodotto. Il lavoro autonomo poi, più in generale, è l’anello più debole e il primo a cedere, in quanto anche poco tutelato: non abbiamo cassa integrazione mentre al contrario ci sono aspetti che facilitano la chiusura delle attività, come ad esempio il concordato in continuità e la lentezza della giustizia”.
Eppure, nonostante tutte le difficoltà, il lavoro autonomo è destinato a crescere nel prossimo futuro. “Le previsioni dicono questo – dice Belli – Il lavoro dipendente è destinato a calare sempre più a favore di quello autonomo. Ma attenzione: oggi un’attività non si può più improvvisare. Servono preparazione e risorse. Su questo Confartigianato da sempre e oggi più che mai è in grado di sostenere i giovani che vogliono avviare una nuova attività. Una soluzione sempre più seguita e vincente è anche quella di unire forze e risorse tra persone che condividono lo stesso obiettivo”.

 

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