5 Ottobre 2021

Il prezzo del metano raddoppia in 24 ore, Bonfanti: “Sarà stangata anche sulle piccole imprese”

Il presidente di Confesercenti Prato chiede un intervento urgente da parte del governo per calmierare i prezzi dell'energia, intervenendo su accise ed oneri di sistema


Il metano dava una mano agli automobilisti. Fino a ieri, quando il costo di questo carburante è praticamente raddoppiato rispetto ai giorni precedenti. Anche a Prato, in alcune pompe, si è arrivati a prezzi di 2,199 euro al chilo (nella foto scattata stamani, il distributore “Economy” nei pressi del Parco Prato), a fronte di un prezzo medio nazionale che all’inizio del 2021 era di 0,981 euro. Nei giorni scorsi, il costo era già salito attorno ad 1,30 euro al litro. Adesso chi ha acquistato un’auto a metano – a Prato ne circolano circa 2.000 – con i prezzi alle stelle del carburante, vede andare in fumo tutti i vantaggi della propria scelta.
Gli aumenti, anche se più contenuti, riguardano pure gpl, benzina e diesel.
Il caro carburanti è un riflesso dell’aumento delle materie prime e dei costi dell’energia, che hanno già effetti pesanti sull’inflazione. Una situazione che ha portato al grido d’allarme di Confindustria, che mette a dura prova le famiglie e i consumatori alle prese con il caro bollette da questo mese di ottobre.

“Quello di questi giorni – afferma Stefano Bonfanti (nella foto sotto), presidente Confesercenti Prato – è stato un amaro risveglio. Dalle stazioni di rifornimento carburanti è immediatamente balzato agli occhi il rincaro con il prezzo del metano praticamente raddoppiato dalla sera alla mattina e quello del gpl in aumento considerevole. È allarmante quello che accadrà con l’arrivo delle prossime bollette. Di sicuro il rincaro si tradurrà anche in un incremento delle spese per i trasporti e conseguentemente aumenterà il costo della merce. I prezzi alti penalizzeranno le famiglie, e per le imprese c’è il rischio del blocco dei consumi. Insopportabili saranno, per le imprese, gli aumenti fino a quattromila euro”.

È decisamente un ottobre salato e l’associazione di via Pomeria chiede un intervento del governo. “Il decreto taglia-bollette – prosegue Bonfanti – non basta ad evitare la stangata sulle piccole imprese, che si troveranno a pagare fino a 4mila euro l’anno in più per la sola energia elettrica. Un aumento che rischia di avere un impatto notevole soprattutto sui bilanci delle micro e piccole attività, già alle prese con una difficile ripartenza. Il decreto per ridurre le tariffe varato dal governo ha senz’altro attenuato l’impatto dei rincari, ma l’aumento delle tariffe rischia comunque di essere molto pesante sulle imprese di minori dimensioni. Si può fare di più tagliando accise, Iva e addizionali regionali che pesano su energia elettrica e gas. Non è ammissibile che ancora una volta le piccole imprese si facciano carico di aumenti delle utenze energetiche soprattutto in un momento come questo. È necessario che l’esecutivo intervenga, stavolta in modo più efficiente e strutturale, partendo dall’azzeramento degli odiosi oneri di sistema, ovvero tutti quei balzelli relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico”.

Attualmente, proprio per via dei numerosi e variabili fattori che concorrono ai rincari, è impossibile fare previsioni per il 2022, Tuttavia la speranza è che la revisione al ribasso degli oneri generali di sistema (i cosiddetti oneri passanti della bolletta), a cui sta lavorando l’ARERA, possa compensare i futuri rialzi dei prezzi dell’energia. “Speriamo – conclude Bonfanti – non ci sia un gioco di crediti d’imposta da scontare, noi abbiamo bisogno di non essere aggravati da una situazione già grave e quindi non degli aumenti sulle bollette. Sembra quasi che qualcuno non si sia reso contro di quello che abbiamo e stiamo attraversando, perché aver pensato di determinare aumenti così significativi in un momento che ancora non è l’inizio della ripartenza, poteva suonare come una beffa soprattutto per il mondo delle imprese che sta facendo da 18 mesi enormi sacrifici per traghettare le proprie imprese alla fine di questa crisi. Noi cerchiamo di resistere, ma non è stato un bel segnale”.

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