Era a processo con l’accusa di lesioni colpose aggravate per l’infortunio capitato ad un suo operaio edile nell’aprile del 2018 a Poggio a Caiano. L’imprenditore edile, assistito dall’avvocato Luca Brachi, ha chiesto ed ottenuto dal giudice Romano la messa alla prova, un istituto giuridico che consente l’estinzione del reato dopo aver svolto un programma di lavori socialmenti utili presso un’associazione di volontariato. Un risultato processuale particolarmente soddisfacente per l’avvocato Brachi, il cui assistito non avrà dunque pregiudizi nel partecipare ad appalti pubblici. Secondo quanto emerso dalle indagini, si è trattato di un caso non comune e particolare: l’operaio edile, da diversi anni in forza all’azienda, cadde da un ponteggio durante i lavori di ristrutturazione nella stanza di un appartamento dove si trovava da solo. L’uomo picchiò la testa nella caduta, rimase in coma per qualche tempo e soltanto dopo alcuni mesi potè essere dimesso dall’ospedale, ricominciando a lavorare per la stessa ditta. L’ispezione della Asl non rilevò criticità nel cantiere; l’operaio non ha mai saputo spiegare l’accaduto e l’ipotesi prevalente, sostenuta dagli inquirenti, è che lo stesso operaio avesse montato in maniera non corretta il pianale sul ponteggio, anche se non è escluso che a causare l’incidente possa essere stato un malore. La difesa dell’imputato, incensurato, ha sottolineato, oltre alle caratteristiche del “cantiere modello”, che l’imprenditore edile si è anche attivato con l’assicurazione per far avere un congruo risarcimento all’operaio, il quale non si è costituito parte civile nel processo. Tutti elementi che sono stati valutati dal giudice, il quale ha concesso la messa alla prova, misura a cui non si è opposto il pubblico ministero Lorenzo Boscagli.
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