20 Ottobre 2021

Spedizione punitiva contro il Si Cobas, identificati e denunciati altri 7 aggressori

"Dalle risultanze investigative della Digos – fa sapere la Questura – è emerso che la matrice della “spedizione” ai danni dei lavoratori sia individuabile negli ambiti imprenditoriali dell'azienda Dreamland"


Sono stati identificati e denunciati all’autorità giudiziaria otto dei partecipanti alla spedizione squadristica nei confronti dei manifestanti del Si Cobas, avvenuta lo scorso 11 ottobre davanti ai cancelli della Dreamland, dove era in corso un presidio sindacale. Una decina di persone, armate di spranghe, bastoni e mazze da baseball, sorpresero il gruppo di 15 affiliati al Si Cobas, in maggior parte pakistani, colpendoli con violenza al corpo e al volto, costringendo 4 persone a ricorrere alle cure ospedaliere. Nei giorni scorsi un primo aggressore era stato identificato e denunciato e adesso, dopo l’analisi dei singoli fotogrammi, l’utilizzo di software per il riconoscimento dei dati antropometrici e l’acquisizione di altri elementi, gli agenti hanno dato un nome ad altri sette autori della spedizione, anch’essi cittadini cinesi.

“Dalle risultanze investigative della Digos – fa sapere la Questura – è emerso che la matrice della “spedizione” ai danni dei lavoratori sia individuabile negli ambiti imprenditoriali dell’azienda Dreamland, interessata dall’agitazione sindacale in corso al momento dell’aggressione”. Due dei soggetti autori del raid punitivo sono stati rintracciati stamani all’interno di un’altra azienda a conduzione orientale, la Gruccia Creation, che al pari della Dreamland è stata stamani oggetto di controllo (nelle foto sotto) di Digos, squadra mobile e Ufficio immigazione, senza che siano stati trovati cittadini irregolari in Italia. Nei confronti di ciascuno degli otto autori dell’aggressione sono state inoltre adottate misure di prevenzione da parte del Questure, provvedimenti amministrativi finalizzati alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, “attesa la conclamata ed oggettiva pericolosità sociale”. Le indagini proseguono per attribuire responsabilità penali ad altre persone coinvolte negli eventi.

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