Imprenditore taglieggiato per mesi: due uomini arrestati per estorsione
L'uomo, dopo aver consegnato 10.000 euro, ha avuto il coraggio di rivolgersi ai carabinieri che in due ore hanno arrestato i responsabili
Richieste di denaro, ripetute, per ottenere “protezione” ed evitare che non accadesse niente alla propria azienda o alla propria famiglia. È quanto si è visto rivolgere un imprenditore cinese, titolare di un pronto moda nella zona di Tavola, da parte di due connazionali. L’uomo ha accettato di pagare il “pizzo” per mesi, fin dalla scorsa estate, consegnando ai due soggetti denaro contante in diverse occasioni, per un totale di circa 10.000 euro. Di fronte all’ultima richiesta estorsiva, l’imprenditore ha deciso di rivolgersi ai carabinieri, che nel giro di un paio di ore sono riusciti a trarre in arresto i due autori. Si tratta di un 38enne e di un 56enne, entrambi disoccupati e incensurati, uno dei quali è clandestino.
I due sono stati arrestati dai militari della stazione di Prato, grazie anche al lavoro di un carabiniere che conosce la lingua cinese. Lunedi sera la vittima del reato, al quale erano stati chiesti altri 3.000 euro, si è recato a denunciare l’accaduto ai carabinieri. L’uomo aveva con sé banconote per 1.500 euro e nel giro di un paio di ore è stato concordato un incontro con gli estorsori per la consegna del denaro. All’appuntamento di fronte a un ristorante di via Pistoiese, si sono presentati anche i carabinieri in borghese, che subito dopo la dazione dei soldi, hanno arrestato nella flagranza del reato di estorsione i due uomini, a cui è stato sequestrato un oggetto simile ad una torcia, in realtà una vera e propria arma: un taser in grado di rilasciare pericolose scariche elettriche.
Mentre si è in attesa della convalida dell’arresto (la Procura chiederà l’applicazione di custodia cautelare in carcere), le indagini dei carabinieri proseguono per capire i contorni della vicenda. L’impressione degli inquirenti è che il fenomeno delle estorsioni all’interno della comunità cinese, dopo alcune indagini che in passato avevano riguardato alcuni gruppi dediti a tali reati, abbia ripreso campo. Il sospetto è che – come emerso in altri casi – gli esecutori materiali delle estorsioni non agiscano individualmente, ma che possano appartenere a gruppi criminali organizzati. Quel che è certo è che i due uomini arrestati lunedi conoscevano molto bene le abitudini della vittima: luogo dell’abitazione, attività d’impresa ed anche il fatto che alcuni mesi fa avesse deciso di allontanare dall’azienda alcuni lavoratori clandestini. “Se vuoi che non ti creino problemi, dacci i soldi e ti proteggiamo noi” minacciavano i due estorsori, che sono entrati in azione proprio poco dopo l’allontanamento dei clandestini dalla fabbrica.
Nel video sotto, l’appello a denunciare del tenente colonnello Sergio Turini, comandante della Compagnia Carabinieri di Prato.
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