25 Gennaio 2022

All’asta le opere della Galleria degli Alberti

I capolavori - soggetti a vincolo pertinenziale - non potranno comunque lasciare Prato


La vicenda legata alle opere della Galleria degli Alberti si arricchisce di un altro capitolo. La Banca Popolare di Vicenza, in liquidazione coatta amministrativa, ha avviato il processo competitivo per la vendita di alcuni beni d’arte di sua proprietà. Tra questi figura ovviamente anche tutta la collezione della Galleria degli Alberti.
Oltre a quelli pratesi BPVi ha avviato anche la vendita di beni che si trovano all’interno di Palazzo Thiene a Vicenza e Palazzo Soranzo-Novello a Castelfranco.
Andando nel dettaglio la collezione pratese è divisa in quattro lotti. Il primo comprende 121 dipinti, 1 stampa, 16 sculture ed un tappeto. Il lotto 2 prevede La Coronazione di spine di Caravaggio, il terzo è rappresentato dalla Crocifissione del Bellini, mentre l’ultimo è La Madonna col bambino di Lippi.
Nella documentazione di avvio del processo competitivo per la cessione dei beni è specificato che le opere sono soggette a vincolo pertinenziale, sul quale resta pendente un terzo appello al Consiglio di Stato presentato dalla liquidazione coatta.
Il vincolo – apposto dalla Soprintendenza – lega le opere al Palazzo degli Alberti in cui sono custodite, qualificando l’intero gruppo di opere come collezione, ovvero come un unicum espositivo. Ciò significa che se anche le opere dovessero in futuro appartenere a proprietari diversi, non potranno fisicamente lasciare la sede attuale di Prato fino al permanere del vincolo stesso.
Scopo dell’operazione dei commissari liquidatori è cedere i beni per provare a fare cassa.
Il valore complessivo della collezione è stimato in circa 60 milioni e il Ministero dei beni e le attività culturali ha una prelazione sull’acquisto delle opere dalla liquidazione.
Nei documenti per l’avvio del procedimento è specificato che la cessione è condizionata al mancato esercizio della prelazione da parte delle autorità competenti.
I soggetti interessati all’acquisto di uno o più lotti dovranno inviare un’offerta non vincolante entro la mezzanotte del 28 febbraio.
Una volta esaminate e valutate le offerte non vincolanti i commissari liquidatori potranno invitare uno o più offerenti alla fase due del processo di vendita. A quel punto gli interessati dovranno formulare offerte irrevocabili e vincolanti d’acquisto.

“Si tratta di un atto dovuto, i liquidatori devono massimizzare i profitti per soddisfare i creditori, che ricordiamo sono la parte lesa – ha commentato l’assessore alla cultura del Comune di Prato Simone Mangani – La vendita delle opere della Galleria non le slegherà comunque dal territorio, chiunque sia il futuro proprietario. Dal canto nostro come amministrazione avevamo già fatto un passo importante insieme alla Soprintendenza, agli Amici dei musei e al Corepacu per assoggettare le opere a vincolo territoriale e legarle così a Prato. Certo è che il valore economico dei beni è notevole, quindi il novero degli acquirenti è ristretto”. Ricordiamo che la battaglia per far tornare stabilmente la collezione a Prato è nata grazie alla campagna di informazione del settimanale Toscana Oggi, rilanciata con forza da Tv Prato.

Nessun commento sulla vicenda da Banca Intesa, proprietaria di Palazzo degli Alberti. L’istituto di credito ha espresso la volontà di aprire quanto prima la Galleria, di fatto già allestita, rendendo accessibili a tutti le opere.

 

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