31 Gennaio 2022

Apre Milano Unica con 54 espositori pratesi: le aziende tornano in Fiera tra speranze e incertezze

I dati su produzione industriale ed export sono molto buoni, ma sul futuro pesano il caro-energia e la carenza di materie prime


Sono 54 le imprese del distretto pratese produttrici di tessuti che esporranno domani e dopodomani alla 34a edizione di Milano Unica; a queste si aggiungono altre aziende del territorio che producono beni o servizi per il settore. Un plotone quindi consistente, quasi equivalente a quello delle edizioni pre-pandemia della fiera milanese dedicate alla primavera-estate.

Produzione industriale ed export: continua la crescita a doppia cifra

A dar loro ragione sono i primi dati parziali della rilevazione sulla produzione industriale effettuata dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sul 4° trimestre 2021: per quanto l’acquisizione ed elaborazione dei dati siano ancora in corso, si individuano segnali netti di ripresa, anche se i livelli del 2019 non sono stati ancora raggiunti. La progressione a due cifre del 4° trimestre 2021 sul 3° trimestre ha intensità analoga a quella, molto forte, che ebbe il 3° trimestre sul 2°. Un 2021, quindi, che – quando si potranno tracciare i confini esatti dell’andamento della produzione – si rivelerà all’insegna di un sostanziale riscatto del tessile pratese dal profondo rosso del 2020.

Il Centro studi di Confindustria Toscana Nord ha anche estrapolato dai dati Istat sull’export del 3° trimestre 2021 – gli ultimi disponibili – le prestazioni del comparto tessuti del distretto di Prato. Anche in questo caso, netto segno positivo: +10,6% sullo stesso periodo del 2020, che a sua volta – dopo il tonfo del lockdown e la conseguente concentrazione di spedizioni dei mesi precedenti – era stato quasi in pareggio (-0,7%) rispetto al 3° trimestre del 2019. Considerando i primi 9 mesi del 2021, l’export di tessuti pratesi segna +11,1% rispetto agli stessi mesi del 2020, ma è ancora sensibilmente lontano (-14,3%) dal medesimo periodo del 2019.


“Il riavvio delle attività fieristiche nelle modalità tradizionali va salutato come un segnale di normalizzazione positivo per tutti, ferme restando le insindacabili scelte delle singole imprese circa le iniziative più idonee alla valorizzazione delle proprie caratteristiche – afferma Maurizio Sarti (nella foto sopra), presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord e del consorzio Pratotrade -. La mobilità a livello globale è sensibilmente migliorata, il che favorirà la presenza di visitatori quantomeno da Europa e Stati Uniti. Positivo anche che l’accesso avvenga col requisito sanitario unico del possesso del green pass rafforzato, o analogo documento per i visitatori esteri, senza necessità di effettuare tamponi. Questa fiera è un’opportunità importante in un momento in cui difficoltà e costi dei trasporti hanno avuto l’effetto di riportare verso i produttori europei, e fra questi i pratesi, clienti che prima della pandemia si rifornivano in altri paesi: clienti anche diversi dal top di gamma, in grado quindi di generare volumi consistenti. Anche a questi dobbiamo i volumi di produzione che stanno riportando in alto i livelli di Prato. La sfida per il futuro sarà il mantenimento nel tempo di questa recuperata clientela: una sfida che le imprese pratesi cercheranno di vincere, per la parte che dipende da loro.

 

Costo dell’energia e carenza materie prime le zavorre sul futuro

Gli espositori di Milano Unica affrontano la Fiera con ottimismo e speranza, consapevoli comunque che l’emergenza è ben lontana dall’essere scongiurata.

“La pandemia continua a generare, sia pure in misura molto minore che nel recente passato, i suoi effetti negativi; ma oggi le principali emergenze riguardano i costi di energia e materie prime e, nel caso di queste ultime, anche la loro disponibilità – spiega Maurizio Sarti -. Rispetto ai costi di energia elettrica e gas non posso che ribadire quanto ho detto fin dall’inizio: il problema è enorme e nessuno può chiamarsene fuori; nessuno nell’intera filiera, includendo in questa anche il consumatore finale. L’impennata eccezionale dei costi ha fatto per ora passare in secondo piano anche l’importante risultato che abbiamo conseguito dell’inserimento di tintorie e rifinizioni fra le imprese energivore: un risultato che, se oggi è in gran parte vanificato dall’ammontare dell’incremento della voce primaria della bolletta energetica, farà sentire i suoi effetti benefici quando la situazione si sarà riequilibrata. Intanto però il caro-energia è un problema estremamente serio che rischia di compromettere la ripresa del settore. Un altro fronte difficile è quello dell’approvvigionamento di materie prime, soprattutto certificate: i costi sono molto elevati ma spesso il problema è anche semplicemente trovarne di disponibili, con effetti sulle tempistiche di esecuzione degli ordini.”

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