19 Gennaio 2022

Caro energia, Cna: “Sperequazioni sulle Pmi, colpite dal salasso maggiore”

L'associazione degli artigiani si appella al governo: "Senza il coinvolgimento delle piccole imprese, soluzioni insufficienti e parziali"


L’intero sistema produttivo rischia di non reggere l’urto dell’impennata delle bollette che pesa enormemente non solo sulle imprese energivore ma anche e soprattutto sulle micro e piccole imprese che sopportano la maggior parte degli oneri generali di sistema. È quanto sottolinea CNA nazionale che ha chiesto al Governo un approccio organico e complessivo per affrontare il problema del caro energia avviando un tavolo con tutte le componenti del sistema produttivo.

“Il problema va affrontato a livello nazionale perché senza il coinvolgimento delle piccole imprese le soluzioni sono destinate ad essere insufficienti e parziali” afferma il presidente di CNA Toscana Centro, Claudio Bettazzi “le piccole imprese italiane e le imprese artigiane subiscono infatti una distribuzione iniqua del sistema degli oneri generali, a cui contribuiscono per il 49% (circa 4,7 miliardi di euro a livello nazionale) e con i quali finanziano anche, paradossalmente, le agevolazioni per le aziende energivore alle quali non accedono. Anche questo è un problema che CNA denuncia da tempo, e che nell’attuale contingenza sta compromettendo quotidianamente l’operatività delle piccole imprese, con rilevanti rischi di sospensione dell’attività per le imprese più esposte”.

Di fatto, prosegue Bettazzi “la distribuzione sperequata aggrava i “normali” costi energetici di un ulteriore 35%, mettendo le piccole imprese ai margini di un mercato in cui le imprese industriali hanno il vantaggio competitivo di pagare l’energia quattro volte di meno. E’ quindi necessaria la riforma rapida e drastica della struttura della bolletta, che garantisca una distribuzione più equa degli oneri generali di sistema tra le diverse categorie di utenti e legata all’effettivo consumo.

Inoltre, va affrontata la revisione della disciplina delle agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia, limitando i benefici alle sole aziende che abbiano effettivamente realizzato interventi di efficienza energetica e bisogna guardare con attenzione il fenomeno delle cosiddette “rendite inframarginali” che condiziona il peso dei costi energetici producendo extramargini di guadagno per alcuni produttori. Si tratta di un meccanismo che crea inefficienze nel processo di formazione del prezzo di borsa, che contribuisce ad aggravare ulteriormente un quadro già complesso”.

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