Due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell’Onu, tra cui il pratese Rocco Leone, rischiano di andare a processo per la morte del giovane ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio. Il diplomatico perse la vita nel febbraio del 2021, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e a un autista, in seguito ad un agguato mentre viaggiavano su un convoglio Onu, sulla strada che da Goma conduce a Bukavu. Alla missione prese parte anche Leone, oggi 57enne, che venne ricoverato sotto choc, ma senza riportare ferite.
La Procura di Roma ha chiuso le indagini e ha iscritto nel registro degli indagati Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza con l’accusa di omicidio colposo.
Come si legge in una nota, la procura di Roma “ha ritenuto di aver raccolto elementi idonei a contestare il delitto di omicidio colposo agli organizzatori della missione nel Nord Kivu del 22 febbraio 2021″. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti i due avrebbero “omesso, per negligenza, imprudenza e imperizia, secondo la ricostruzione effettuata allo stato, che risulta in linea con gli esiti dell’inchiesta interna all’Onu, ogni cautela idonea a tutelare l’integrità fisica dei partecipanti alla missione Pam”. Secondo gli inquirenti, i due “avrebbero attestato il falso, al fine di ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell’Onu, indicando nella richiesta di autorizzazione alla missione, al posto dei nominativi dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci, quelli di due dipendenti Pam così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio”. Inoltre avrebbero “omesso, in violazione dei protocolli Onu, di informare cinque giorni prima del viaggio dell’ambasciatore Attanasio e di Iacovacci, la missione di pace Monusco che è preposta a fornire indicazioni specifiche in materia di sicurezza informando gli organizzatori della missione dei rischi connessi e fornendo indicazioni sulle cautele da adottare (come una scorta armata e veicoli corazzati)”.
