8 Aprile 2022

Baby calciatori e lavori allo stadio, il processo resta a Prato

Il Tribunale ha respinto l'eccezione di incompetenza territoriale delle difese: stralciati soltanto due episodi di frode sportiva per i quali il processo si terrà a Firenze


Resta a Prato il processo per gli illeciti nell’ingresso di baby-calciatori dall’Africa, per i reati di falso nei lavori allo stadio Lungobisenzio e per le frodi sportive nel calcio dilettanti del campionato 2017-2018. Il Tribunale ha infatti accolto soltanto una delle eccezioni di competenza territoriale avanzate dalle difese: per questo si celebrerà a Firenze il processo per due episodi di frodi sportive in cui sarebbe stato coinvolto il calciatore della Bucinese Christian Prosperi. Gli altri 17 imputati, nei tre diversi filoni d’inchiesta, saranno processati a Prato. Fra questi l’ex patron dell’Ac Prato Paolo Toccafondi e l’ex segretario Alessio Vignoli, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per l’arrivo in Italia e il tesseramento di giovani calciatori africani, fra cui l’attaccante ivoriano Christian Kouamè, attualmente di proprietà della Fiorentina, in prestito all’Anderlecht.

Per il filone sui lavori allo stadio Lungobisenzio sono imputati di falso l’architetto Luca Piantini, ex dirigente dei lavori pubblici del Comune di Prato, Sandro Grassi e Giuseppe Mazzeo della Castelnuovo Lavori, ditta aggiudicataria dell’appalto. Secondo l’accusa avrebbero sottoscritto documenti utili a dimostrare la somma urgenza di alcuni interventi al Lungobisenzio retrodatando gli atti a seguito di irregolarità emerse dopo un sopralluogo dell’Asl al cantiere.

A processo, la cui prossima udienza è fissata per il 13 maggio, per poi riprendere a settembre, ci sono anche i dirigenti sportivi e calciatori di alcune squadre di Eccellenza e Promozione accusati di essersi accordati al fine di alterare i risultati di diverse partite. Comportamenti per i quali la giustizia sportiva ha già inflitto penalizzazioni e squalifiche.
Alla sbarra ci sono anche l’ex arbitro di serie A e all’epoca dei fatti designatore Matteo Trefoloni, accusato di aver incaricato un arbitro compiacente – anch’esso a processo – per alterare il risultato di uno spareggio play-out.

A processo è infine anche il carabiniere Goffredo Brienza, all’epoca in servizio alla stazione di Vaiano, a cui la Procura contesta di aver indebitamente fatto accesso al sistema informatico di polizia, su imput di Paolo Toccafondi, per cercare informazioni contro l’ex allenatore della Sestese Gbane El Hadj Seydou, l’ivoriano che aveva fatto causa al club dell’hinterland fiorentino e che ha messo in moto le indagini della Procura di Prato. Nel processo Gbane, assistito dall’avvocato Duccio Martellini, è parte civile assieme alla FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio.

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