10 Maggio 2022

Donatello e il pulpito di Prato, aperta la mostra: “Chi ha documenti adesso li doni”

Fino al 2 settembre esposta all’Archivio di Stato la straordinaria lettera scritta da Matteo degli Organi, il 19 giugno 1434, agli Operai del Sacro Cingolo


Mai si vide simile storia. È proprio così: il racconto documentario riguardante Donatello e la realizzazione del pulpito della Cattedrale di Santo Stefano, conservato all’Archivio di Stato di Prato, costituisce una testimonianza che non ha eguali. Per questo merita finalmente di essere approfondito e studiato. È l’appello lanciato ieri con determinazione dal professor Francesco Caglioti intervenuto all’Archivio di Stato di Prato all’inaugurazione della mostra “Mai si vide simile storia” promossa per celebrare il fortunato ritrovamento della lettera scritta da Matteo degli Organi, il 19 giugno 1434,  agli Operai del Sacro Cingolo, andata perduta nell’Ottocento, e recuperata soltanto di recente grazie a un gesto di alto senso civico.

Alla presentazione, con il professor Caglioti, curatore della grande mostra Donatello, il Rinascimento attualmente in corso a Firenze, sono intervenuti Leonardo Nesti, direttore dell’Archivio di Stato, Franco Bini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio impegnata nel sostegno della mostra pratese e Diana Marta Toccafondi, già Soprintendente archivistica della Toscana che molto si è impegnata per il ritorno del documento in Archivio.

Siamo di fronte a documenti sorprendenti, in cui si intrecciano le vicende suggestive delle grandi opere di Donatello, il decisivo ruolo di Michelozzo, la pazienza dei pratesi che attesero per ben dieci anni che lo straordinario pulpito fosse completato. “Le Carte dell’Opera del Sacro Cingolo – ha affermato Francesco Caglioti – formano il corpus archivistico più abbondante e inedito che ci possa ricondurre a Donatello, nonostante le gravi lacune dovute allo scempio che del carteggio si è fatto nel corso dei secoli, di cui la vicenda della lettera di Matteo degli Organi è una testimonianza. Siamo di fronte ad un corpus importantissimo per qualità e quantità ed è necessario che venga studiato e approfondito”.

All’appello di Caglioti si è unito quello di Diana Toccafondi che – sulla scorta del recente recupero – ha invitato i privati che detengono singoli documenti facenti parte del prezioso corpus donatelliano di Prato a donarli in modo da riportare all’unità un patrimonio che costituisce un valore comunitario.

 

La mostra

E veniamo alla mostra, da non perdere. “Il percorso espositivo, insieme alla lettera ritrovata, espone i pezzi più significativi del notevolissimo corpus documentario – ha spiegato il direttore Leonardo Nesti – Tra questi, anche il registro contabile da cui si ricava che, appena ricevuta la lettera, gli Operai del Sacro Cingolo si affrettarono subito ad effettuare due pagamenti a Donatello, ed altre carte contenenti anche note autografe dello stesso Donatello”. Tutti i documenti provengono dal patrimonio dell’Archivio ecclesiastico confluito all’Archivio di Stato nel 1958.

La mostra, resa possibile dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, resterà aperta fino al 2 settembre: un’occasione per vedere la lettera di Matteo degli Organi sull’amico Donatello e sul pulpito, tornata finalmente a Prato nel suo contesto di origine.

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