17 Maggio 2022

Figlio con 15enne: confermata la condanna alla donna per violenza sessuale, assolto il marito

In appello comminati 6 anni, 5 mesi e 15 giorni alla 34enne che abusò del ragazzino a cui dava ripetizioni di inglese


La corte di appello di Firenze ha confermato nella sostanza la sentenza di primo grado di condanna per la donna di Prato che ebbe un figlio da un 15enne a cui dava lezioni private di inglese. La donna, oggi 34enne, condannata per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, oggi ha ottenuto soltanto una riduzione di pena di 15 giorni sui 6 anni e 6 mesi inflitti dal Tribunale di Prato. Ciò riguardo ad un’accusa di violazione di domicilio per una visita compiuta a casa del minore all’epoca dei fatti.
La corte di appello ha invece ribaltato la posizione del marito. In primo grado l’uomo era stato condannato a 1 anno e 8 mesi per “alterazione di stato” con l’accusa di aver mentito attribuendosi la paternità del bambino nato invece dalla relazione della moglie con il minore. In secondo grado l’uomo è stato oggi assolto con formula piena.

La sentenza è arrivata dopo un’unica udienza tenuta stamani davanti alla corte di appello di Firenze e al termine di una camera di consiglio durata circa un’ora e mezzo. Il dispositivo è stato letto dal presidente Anna Maria Sasso. Le motivazioni arriveranno entro 90 giorni. I coniugi hanno assistito a tutta l’udienza e alla lettura della sentenza, poi sono usciti senza lasciare dichiarazioni.
La procura generale, col sostituto Pietro Ferrante, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado con un aggravio di tre mesi di condanna per la donna imputata. I difensori, avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, hanno chiesto l’assoluzione per la loro assistita anche in corte di appello.
“Siamo contenti per il risultato di un padre che non ha fatto altro che regalare il suo amore per un neonato – hanno commentato all’uscita i due legali -. Certamente ci aspettavamo qualcosa di più per la moglie, siamo in attesa delle motivazioni. Siamo convinti della bontà della nostra ricostruzione e faremo ricorso in Cassazione”.

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