Il fondo solidale Buon Samaritano prosegue l’impegno oltre il Covid

Dal 2020 ha distribuito 246mila euro a 173 famiglie. Con la nuova crisi in Ucraina e l'aumento dei prezzi ha allargato le sue possibilità di accesso


Il fondo solidale «Il Buon Samaritano» prosegue il proprio impegno e amplia le possibilità di accesso al servizio. Quando nacque, in piena pandemia, questo strumento di sostegno alle famiglie in difficoltà era stato pensato dalla Diocesi di Prato come segno di vicinanza concreta agli uomini e alle donne, lavoratori, disoccupati, genitori e persone sole, che stavano vivendo situazioni di criticità economiche dovute alla perdita della propria fonte di reddito familiare in seguito alla crisi sanitaria. Adesso che l’emergenza da Covid sta allentando la presa, nuove crisi stanno rendendo complicata la vita a chi vive situazioni di fragilità. Su tutte, la guerra in Ucraina che ha portato all’istantaneo aumento delle bollette. «Per questo abbiamo deciso di portare avanti il fondo e di concederlo a una platea più ampia rispetto a prima – annuncia Idalia Venco, presidente dell’Associazione Insieme per la Famiglia che gestisce il servizio –, perché occorre sempre stare attenti alle nuove emergenze e cercare di intervenire per aiutare le persone a rialzarsi».

246mila euro a 173 famiglie

Da giugno 2020, quando il vescovo Giovanni Nerbini lanciò il fondo «Il Buon Samaritano» alla città, attraverso di esso sono stati erogati 246mila euro a 173 famiglie, per una media di circa 1421 euro a richiesta. «Con questi soldi sono stati pagati affitti arretrati, quote condominiali, utenze domestiche e spese sanitarie», spiega Sergio Carlesi, responsabile del gruppo che analizza e autorizza le domande di contributi. «L’ultima richiesta che ci è arrivata – aggiunge Idalia Venco – è quella di un uomo rimasto vedovo, vive in un affittacamere con due figli e ha chiesto di essere aiutato a pagare l’affitto della stanza dove sta vivendo altrimenti si sarebbe trovato in strada». (Le video testimonianze di chi è stato aiutato).

 

il vescovo Giovanni Nerbini e Idalia Venco di Insieme per la Famiglia

 

Chi può accedere adesso

Essendo legato alle conseguenze economiche causate dal Covid, inizialmente potevano accedere al fondo solo coloro che avevano perso il lavoro o avevano visto la riduzione del proprio orario a causa delle chiusure. «Ora abbiamo deciso di venire incontro a tutte quelle famiglie o a quelle persone sole che vivono un momento di disagio e hanno bisogno di una mano», sottolinea Idalia Venco che riferisce delle nuove e continue richieste che stanno arrivando ai centri di ascolto Caritas e alle realtà solidali presenti in città come San Vincenzo de Paoli, Volontariato Vincenziano e Centro di Aiuto alla Vita. «Sono gli operatori Caritas a fare adesso un primo filtro e a indirizzare le persone bisognose a chiedere un aiuto al fondo», aggiunge.

Come contribuire

Non solo richieste di aiuto, durante il periodo peggiore della pandemia sono arrivate tantissime donazioni da parte di privati, aziende e associazioni che hanno alimentato con generosità la dotazione del fondo, inizialmente creato grazie al sostegno della Diocesi di Prato e di Caritas italiana (con i contributi dell’8 per mille). «Ora è importante continuare a farsi samaritani e a fare offerte per aiutare gli altri», invita Idalia. Chi volesse dare un contributo può effettuare un versamento all’iban IT77R0538721500000003228634 c/o Bper. Quanto donato è detraibile a fini fiscali. Per informazioni: email segreteria@insiemeperlafamiglia.it; telefono 0574-34047 (Caritas).

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