Una lieve frenata in un trimestre segnato prima dal fortissimo incremento dei prezzi soprattutto energetici e poi, poco oltre la sua metà, dallo scoppio della guerra in Ucraina: è quanto accaduto alla produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato nel periodo gennaio-marzo 2022 secondo le rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord.
La variazione tendenziale (che confronta il primo trimestre 2022 col primo trimestre 2021) segna un valore nettamente positivo, +6,1%, anche se leggermente inferiore alle prestazioni dei trimestri precedenti; la variazione congiunturale (1° trimestre 2022 sul 4° trimestre 2021) è invece negativa.
Gli effetti diretti sulle aziende riguardano soprattutto i prezzi elevati di gas metano, energia elettrica e materie prime e la disponibilità di alcune di queste. Compromessa anche la situazione dei trasporti, sia per i prezzi che per la funzionalità di alcuni dei principali poli logistici mondiali, soprattutto in Cina. “Un quadro di eccezionale complessità nel quale ad oggi rimane un fondamentale punto di forza: salvo alcune eccezioni, la domanda di beni prodotti dalle nostre azione è ripresa con decisione” ha commentato il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini.
Prato, la provincia che con la sua elevata concentrazione del settore moda ha sofferto di più nella pandemia, presenta un +11,6% nel confronto tra il primo trimestre di quest’anno e lo stesso periodo del 2021.
Nella lenta risalita del manifatturiero pratese dopo il crollo dovuto alla pandemia, il primo trimestre 2022 rappresenta quindi una tappa positiva. Il tessile in particolare segna +14,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 e + 3,3% rispetto al 4° trimestre 2021. Bene anche il meccanotessile e l’abbigliamento. Il confronto con la media del 2019 non può ancora dirsi confortante: le pur buone prestazioni di gennaio-marzo 2022 lasciano il manifatturiero pratese ancora a quota -8,5%. Un dato, questo, che appare meno gravoso se confrontato con quelli del 2020, nel quale Prato perse quasi il 20% della produzione dell’anno precedente, e del 2021 con un -13% rispetto al 2019. Il paradosso per le imprese è che mai c’è stata così tanta domanda con così poca possibilità di realizzare margini: il motivo è sempre lo stesso, prezzi elevati di gas ed energia elettrica ma anche delle materie prime tessili, dei prodotti chimici, dei metalli, dei trasporti. “Le profonde trasformazioni che si profilano per l’economia mondiale potrebbero favorire produzioni qualificate come quelle pratesi: è su questo che le imprese scommettono, continuando a investire” ha commentato la vice presidente di Confiondustria Toscana Nord Fabia Romagnoli.