22 Giugno 2022

Caro benzina, i gestori: “Non siamo noi a decidere il prezzo di vendita”

Gestori in stato di mobilitazione, pronti allo sciopero in assenza di rimborsi per gli anticipi effettuati per sostenere il taglio delle accise. Confesercenti Prato: “Il governo non scarichi sui gestori il caro benzina”


I prezzi carburanti continuano a correre, nonostante il taglio delle accise sia ancora attivo (-30,5 cent al litro fino all’8 Luglio, con probabile proroga) e l’Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di Petrolio) abbia annunciato l’incremento della produzione. “A condizionare il mercato è il fenomeno speculativo a livello internazionale, che spinge sopra i 2 euro al litro i carburanti, con ripercussioni pesantissime per i consumatori e insostenibili per i gestori che vedono diminuire progressivamente la propria redditività, scesa all’1,5%, a fronte dell’esplosione dei costi di gestione”: ad affermarlo è Faib Confesercenti, la federazione che riunisce i benzinai, che interviene a seguito della notizia dell’esposto depositato in procura dal Codacons affinché si indaghi sul rincaro dei prezzi della benzina. “Forse siamo l’unica categoria al mondo – continua Nicola Piacquadio, presidente di Faib Confesercenti Prato – che quando aumenta il prezzo di vendita ci rimette. I benzinai, per effetto degli aumenti, hanno perso oltre il 30% del loro esiguo margine fisso passando dal 3 al 2% ogni litro. Il settore necessita di interventi governativi urgenti. È grave – conclude Piacquadio – che nessuno a livello politico se ne renda conto”.

Per Faib Confesercenti ancora poche settimane e il settore rischia il collasso. L’Italia deve porre con urgenza in sede europea un argine alla speculazione internazionale e imporre un tetto ai prezzi d’acquisto di carburanti e gas. In un mercato globalizzato una scelta nazionale potrebbe determinare carenze di approvvigionamenti, costi insopportabili e conseguenze gestionali imponderabili. “Fa arrabbiare l’accanimento rivolto dalle autorità verso i prezzi praticati dai gestori, che di fatto sono imposti dalle aziende fornitrici, e osservare che traders acquistano e vendono – indisturbati – titoli petroliferi e realizzano ingenti guadagni facendo innalzare i prezzi; allo stesso tempo appare oggi insostenibile la gestione della rete carburanti fondata sul doppio prezzo in self e servito, quando quest’ultimo, ad accisa piena, sarebbe oltre i 2,5 euro al litro. In questo scenario il modello italiano rischia di saltare, con conseguenze pesantissime per la filiera e i consumatori: è perciò necessario ridiscutere gli accordi e prevedere clausole di salvaguardia per le gestioni”.

In un quadro così drammatico per le gestioni, per Faib Confesercenti è inconcepibile che il Governo scarichi sui gestori il costo del taglio delle accise, anticipato per circa un centinaio di milioni di euro. Mentre gli speculatori si arricchiscono, ai gestori viene fatto pagare un conto ingiustificato e insopportabile. “Il Governo Draghi mentre pensa alla proroga del taglio, e a probabili nuovi interventi rafforzativi, metta mano all’immediato risarcimento economico dell’anticipazione pagata dai gestori al momento del taglio sulle giacenze dei prodotti ad accise assolta e sia adottata una norma che stabilisca in modo strutturale, in caso di aumenti anomali, l’accisa mobile, con meccanismi di recupero automatico. I gestori, già in stato di mobilitazione, hanno saputo assicurare un confronto dialogante e costruttivo nella difficile fase critica del paese. Il caro benzina però non può essere scaricato sull’anello più debole e più malpagato della filiera. Il Governo sappia che le proteste sono già in atto e che in assenza di rimborsi per le anticipazioni effettuate sono pronti allo sciopero e alla chiusura dei distributori”, conclude la federazione.

 

 

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