16 Giugno 2022

La Chiesa di Prato in piazza per celebrare il Corpus Domini

Associazioni, gruppi, movimenti ecclesiali e tanti fedeli presenti alla concelebrazione presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini in piazza Duomo


In piazza per testimoniare la fede e l’appartenenza alla Chiesa. Si è rinnovato l’appuntamento con la solennità del Corpus Domini, anche quest’anno festeggiata di giovedì – nella seconda settimana dopo Pentecoste – così come vuole l’antica tradizione. Anche se le restrizioni dovute dalla pandemia sono state allentate, la diocesi di Prato ha deciso di non riproporre la processione eucaristica per le strade del centro. Come nei due anni passati, la solennità dedicata al Corpo e del Sangue di Cristo è stata celebrata con una messa in piazza Duomo, dove sono state allestite mille sedie.

La messa è stata presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini e concelebrata dal clero diocesano. In apertura della celebrazione il presule ha ricordato i due vescovi emeriti: mons. Franco Agostinelli che oggi ha perso la mamma, all’età di 101 anni, e mons. Gastone Simoni che sta facendo la riabilitazione dopo il ricovero ospedaliero.

Folta la presenza dei rappresentanti delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti che compongono la comunità ecclesiale di Prato: c’erano i confratelli e le consorelle della Misericordia, vestiti con la tradizionale cappa nera, i terziari Carmelitani con lo scapolare e il mantello, gli scout dell’Agesci, i membri di Azione Cattolica, dell’Unitalsi, i Cavalieri dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro e molti altri ancora.

Presenti le autorità cittadine, con il sindaco Matteo Biffoni, arrivato in piazza con il gonfalone, e il vicesindaco Luigi Biancalani; la consigliera regionale Ilaria Bugetti; la consigliera Paola Tassi in rappresentanza della Provincia di Prato; il vicario del Prefetto e i rappresentanti delle forze dell’ordine.

Nell’omelia mons. Nerbini ha parlato del dono dell’Eucarestia: “Questo pane non si trova in nessun forno e non ci sono denari sufficienti per comprarlo. È dono e quindi è gratuito, per tutti, immeritato. Le Parole che diremo prima dell’Eucarestia non sono una formalità, un modo scherzoso di dire: Signore, non sono degno…. Facciano attenzione quanti sono soliti dividere i figli di Dio tra degni ed indegni a non confondere la prodigalità di Dio con la falsa meritocrazia umana, perché questo cibo nutre tutti, anche i ‘cagnolini’ che si cibano delle briciole che cadono dalla mensa dei figli, secondo la felice espressione della donna siro-fenicia. Sì il Padre che ci ama ha fatto e continua a fare questo”.

Il brano del Vangelo letto questa sera era quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Gesù dice ai dodici: ‘Date voi stessi da mangiare’ – ha commentato il Vescovo – Proprio noi così poveri come tutti, a volte increduli siamo chiamati a diventare consapevoli strumenti, canali viventi di una grazia che deve circolare ovunque. Noi chiamati non solo a portare l’Eucarestia ma a diventare Eucarestia: dono, testimonianza, accoglienza, fraternità”.

L’invito di mons. Nerbini ai tanti fedeli presenti in piazza è stato questo: “Date voi stessi da mangiare. Che sia il mondo della politica, la scuola la fabbrica, come l’ufficio, ogni cristiano è chiamato a portare quel pane che Gesù gli ha messo a disposizione perché il mondo cresca e l’uomo saziato possa riprendere forza per costruire un mondo diverso, una società davvero profondamente rinnovata”.

Per via dei lavori di restauro che stanno interessando le facciate della cattedrale, l’altare non è stato posizionato sul sagrato, come si usa fare solitamente in queste occasioni, ma si trovava su una pedana posta davanti all’ex Stella d’Italia.

La celebrazione del Corpus Domini è terminata come ogni anno con la benedizione eucaristica, che a Prato si impartisce dal pulpito di Donatello con l’ostensorio contenente il Santissimo Sacramento. La messa è stata trasmessa in diretta su Tv Prato.

 

Foto di Alessandro Fioretti

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
1 anno fa

Date voi stessi da mangiare dice Gesù ai suoi discepoli in riferimento alle 5.000 persone presenti nel deserto. Essi risposero che avevano con se cinque pani e due pesci ma Gesù li prende, li benedice e li fa distribuire alle cinquemila persone presenti così che poterono mangiarono tutti e sfamarsi in abbondanza così che vennero portate via dodici ceste di pane che non era stato consumato ci narra il brano del Vangelo di Luca che cade giusto nella festa che stiamo per celebrare che è quella del Corpus Domini ovvero del Corpo e del Sangue di Gesù offerto e versato per noi in remissione dei nostri peccati. Fu il tema dell’Anno 2012-2013 promosso dall’Azione Cattolica con le parole di questo brano anche se è molto conosciuto perchè lo abbiamo ascoltato varie volte perchè qui Gesù compie un grande miracolo come quando Dio fece piovere la manna dal cielo sfamando il suo popolo che si trovava nel deserto in viaggio verso la Terra Promessa(tratto dal Libro dell’Esodo). Noi non riusciremo a compiere un miracolo di questo genere anche se ci fidiamo appieno del Signore però possiamo ridurre certi problemi della fame e uno di questi è quello di non sprecare niente perchè ogni briciola di pane e ogni goccia di acqua è un dono sacro di cui tutti devono goderne. Nella sua omelia il presule ha detto che il pane vivo donato da Gesù non è per meriti particolari ma un dono gratuito che non si trova da punte parti ma viene offerto gratuitamente in quanto è il pane vivo disceso dal cielo(dal Vangelo di Giovanni). Questo dono deve essere accolto prima da noi e poi trasmesso agli altri nei vari ambienti che vanno dalla famiglia, alla scuola, lavoro, politica, volontariato laico senza scordarsi di quello cattolico dove ogni azione viene compiuta nel Nome di Gesù. Siamo ancora provati dai due anni di pandemia e ora siamo alle prese con la guerra in Ucraina e non possiamo venire meno alle necessità primarie di chi si trova a vivere questa situazione verso chi si trova nel luogo della guerra come chi è fuggito altrove per trovare un futuro migliore. Mi unisco nella preghiera per le condizioni di salute di Monsignor Gastone Simoni così come per Monsignor Franco Agostinelli per la morte di sua mamma. Non mi dilungo oltre se non quello di augurare a tutti una buona festa