4 Giugno 2022

Pensionato morì in un incendio in casa, la procura chiede l’archiviazione delle indagini

I legali dei familiari valutano se fare opposizione dal gip


La procura di Prato ha chiesto l’archiviazione del fascicolo di indagine sulla morte di Antonio Cecchi, un pensionato disabile deceduto il 10 marzo 2020 nell’incendio che ha devastato l’appartamento dove viveva con il fratello Lamberto e la cognata. L’alloggio è al primo piano di una palazzina in via Andrea da Quarata. I legali della famiglia spiegano che – in attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari – stanno “valutando se vi siano gli estremi per predisporre un’opposizione alla richiesta di archiviazione”.

Il fascicolo era stato aperto contro ignoti per le ipotesi di reato di omicidio colposo e incendio ai danni del Comune. Il pensionato viveva in una casa popolare, gestita dall’Erp. Il rogo scoppiò verso le 21.30. I vigili del fuoco riuscirono a mettere in salvo tutti gli altri condomini, molti dei quali al loro arrivo erano affacciati dai balconi e chiedevano aiuto dato che, a causa dei fumi, erano impossibilitati a scendere tramite il vano scale. Tra questi c’erano il fratello e la cognata della vittima.

Furono 13 le persone trasportate per accertamenti al pronto soccorso. Ma non fu possibile per Antonio Cecchi il quale nel 2009 era stato colpito da un ictus che gli aveva causato pesanti problemi motori, camminava a fatica e con l’ausilio di un bastone. Non avendo né moglie né figli ed avendo bisogno di assistenza continua, da un paio d’anni era stato accolto nella loro casa dal fratello Lamberto, che oggi ha 74 anni, e da sua moglie.

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