15 Luglio 2022

Crac Grassi, patteggiano i fratelli Marco e Sandro: a processo anche noti professionisti

L'udienza preliminare ha portato a 5 rinvii a giudizio e due proscioglimenti


Hanno patteggiato due anni con sospensione della pena per la bancarotta fraudolenta della Grassi snc i fratelli Marco e Sandro Grassi, amministratori e soci dell’impresa edile, fallita nel luglio 2018, dalle cui ceneri è nata la Castelnuovo Lavori. Il gup ha rinviato a giudizio la sorella Morena Grassi ed altre 4 persone che secondo l’accusa hanno concorso con condotte illecite a portare avanti la procedura del concordato preventivo in continuità, ritenuto dalla Procura irrealizzabile e inattuabile per l’inconsistenza dell’attivo e per un passivo che era superiore ai 30 milioni di euro.
A processo, nel febbraio 2023, andranno il commercialista Fabrizio Franchi, commissario giudiziale del concordato Grassi, gli avvocati Massimo Nistri e Leonardo Ciappi, consulenti legali delle società del gruppo edile, e il perito Vittorio Leone. Il giudice ha prosciolto gli altri indagati: Laura Germinara, anch’essa commissario giudiziale e il perito Alfonso Fornarini.

Tra le persone offese ci sono 34 ex dipendenti del Gruppo Grassi, che rivendicano stipendi e contributi arretrati mai saldati. Furono loro nel 2018 a presentare un esposto in Procura, su cui hanno fatto leva le indagini. Secondo l’inchiesta della guardia di finanza di Prato, coordinata dai pm Lorenzo Boscagli e Lorenzo Gestri, nella procedura concordataria sono state orchestrate delle azioni atte ad alterare il regolare svolgimento della procedura e a far ottenere la maggioranza dei voti nell’assemblea dei creditori. In particolare la Procura contesta che ad alcuni selezionati creditori siano state accordate vie preferenziali con promessa di utilità, come la riassunzione nelle nuove società edili del gruppo Grassi e somme al di fuori della procedura liquidatoria, pur di ottenere il voto favorevole all’approvazione del concordato.

Con la stessa finalità sarebbero state “gonfiate” le parcelle legali dell’avvocato Nistri, cui viene contestato di aver generato in un’unica soluzione nel maggio 2011 un credito nei confronti della ditta Grassi, pur riferito a prestazioni di lungo periodo, di 846.000 euro, fra cui 139.000 euro di “pareri orali”.

Un modo – secondo la Procura – per raggiungere un credito di consistenza tale da garantire l’approvazione del concordato. Altre prospettazioni artificiose riguarderebbero la consistenza del patrimonio immobiliare da destinare al soddisfacimento dei creditori. L’accusa contesta una sopravvalutazione nella perizia stilata dal consulente Vittorio Leone, che avrebbe omesso di rilevare l’effettiva proprietà dell’impianto di calcestruzzo, la presenza di una costruzione abusiva, il relativo costo e la fattibilità di una sanatoria.

Parallelamente al patteggiamento definito ieri, nelle scorse settimane Marco e Sandro Grassi hanno concluso con la curatela fallimentare una transazione che prevede il versamento di una somma in denaro e il farsi carico dei costi della bonifica di un bene passato alla curatela nell’ambito della procedura.

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