2 Luglio 2022

Storico tabernacolo messo in salvo e restaurato dall’Interporto

Si trova a La Macine ed è inserito sulla facciata di un vecchio edificio da demolire. Il presidente Querci: "È un atto di rispetto verso le tradizioni della frazione"


Un’operazione di consolidamento e restauro per garantire alla frazione de La Macine e a tutta la città di Prato il preservamento di una testimonianza storica e affettiva. È la decisione presa dall’Interporto della Toscana Centrale che ha dato l’incarico al restauratore Fabrizio Iacopini di procedere allo stacco, al restauro e alla successiva ricollocazione di un tabernacolo con l’immagine sacra della Madonna della Cintola. La nicchia si trova subito dopo il sottopasso ferroviario del piazzale degli Etruschi, sulla facciata di un fabbricato in disuso a ridosso dell’ingresso all’Interporto di Prato. L’immobile, nell’ambito dei lavori per la nuova pista ciclabile, dovrà essere demolito, ma l’Interporto si è mosso con la Soprintendenza per salvaguardare il tabernacolo nonostante non ci fossero vincoli specifici. Quest’ultima ha autorizzato la procedura e così si è proceduto allo stacco dell’opera, la cui superficie pittorica era stata precedentemente consolidata e sottoposta all’intelaggio. Il tabernacolo è stato poi portato nel laboratorio del restauratore, dove verrà messo su un supporto rigido in vetroresina che andrà a replicare la nicchia presente sulla facciata dell’edificio. Infine in accordo con la Diocesi di Prato si troverà una nuova collocazione per l’opera raffigurante la Madonna della Cintola.

“Si tratta di un atto di rispetto verso le tradizioni della frazione – commenta il presidente dell’Interporto della Toscana Centrale, Francesco Querci -. Abbiamo ritenuto necessario muoverci con tutte le cautele del caso per preservare un bene a cui la zona è molto legata”.

“Purtroppo a causa delle intemperie l’opera era in parte danneggiata – aggiunge Patrizio Puggelli dello studio tecnico Edilprogetti -. Ora l’Interporto se n’è preso cura, la restaurerà e procederà alla più idonea ricollocazione decisa assieme alla Diocesi”.

 

 

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