Incendio alla Mitumba Tex, i carabinieri arrestano i due autori
La sera dei fatti l’esecutore materiale dell’attentato incendiario si sarebbe dovuto trovare agli arresti domiciliari
Due cittadini albanesi di 35 e 37 anni sono stati arrestati dai carabinieri della Tenenza di Montemurlo con l’accusa di essere responsabili dell’incendio doloso che lo scorso 17 gennaio colpì il capannone della Mitumba Tex in via Ombrone ad Oste. Le fiamme si levarono altissime e provocarono gravi danni all’azienda che si occupa di riciclo degli indumenti usati. Sulla natura dolosa del rogo, sviluppatosi in serata, non ci furono dubbi fin dai primi momenti: a confermarlo fu il sopralluogo tecnico dei Vigili del Fuoco e la stessa analisi dell’impianto di videosorveglianza dell’azienda. Le immagini mostravano un uomo scavalcare la recinzione della ditta per poi scappare al divampare delle fiamme. L’autore dell’attentato si era arrampicato su delle impalcature presenti vicino al fabbricato, aveva rotto i vetri delle finestre poste a tre metri di altezza per poi gettare del materiale incendiario all’interno del capannone, dove erano stoccati grandi quantitativi di materiale tessile.
Da quel momento erano partite le attività investigative da parte dei militari della Tenenza di Montemurlo, coordinate dalla Procura di Prato, che hanno portato all’arresto dei due cittadini albanesi, di cui uno domiciliato a Montemurlo e l’altro a Prato. A loro i Carabinieri sono arrivati studiando minuziosamente le immagini di videosorveglianza presenti sul territorio tra Montemurlo e Prato, acquisendo testimonianze, e infine arrivando a individuare l’auto, condotta da un complice, a bordo della quale l’incendiario sarebbe giunto sul luogo del delitto. Il primo ad essere identificato è stato proprio il complice, cioè l’accompagnatore dell’incendiario, arrivando infine a dare un nome anche all’esecutore materiale attraverso indagini tecniche e monitoraggio degli spostamenti dei cellulari in uso ai due uomini. Ancora massimo è il riserbo sul movente dei due arrestati, che potrebbero aver agito su mandato di altre persone. La sera dei fatti l’esecutore materiale dell’attentato incendiario si sarebbe dovuto trovare ristretto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione pratese. Proprio lui, che nel frattempo era stato nuovamente arrestato per altra causa, è stato raggiunto nel carcere della Dogaia da questa nuova misura cautelare detentiva, mentre per il complice il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.
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