1 Agosto 2022

Produzione industriale, +8,8% a Prato ma gli industrali frenano: “Il caro-bollette mina la ripresa”

Confindustria Toscana Nord segnala il clima di preoccupazione degli imprenditori in vista dell'autunno


Continuano a essere positive anche nel 2° trimestre 2022 le prestazioni del-la produzione industriale a Prato, cresciuta dell’8,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. A incidere positivamente sono i numeri del settore trainante: il tessile fa segnare + 11,8% e il meccanotessile registra una produzione industriale cresciuta dell’8,8%. Lo rende noto Confindustria Toscana Nord, che segnala come l’andamento trimestre dopo trimestre si stia normalizzando, via via che il confronto avviene non più con le fasi di maggior durezza della crisi pandemica ma con periodi già all’insegna della ripresa. Prato, rispetto a Lucca e Pistoia, gli altri due territori che fanno riferimento a Confindustria Toscana Nord,vanta le performance migliori, proprio perché era la provincia che nella pandemia aveva perso di più e aveva quindi più terreno da recuperare. A Lucca la produzione industriale nel secondo trimestre 2022 è salita dell’1,8%, mentre Pistoia fa segnare un + 0,7%.
Prato

“Il sistema produttivo pratese, dopo le traversie del periodo pandemico, ha ripreso quota. Ma il tessile – mette in guardia la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli – è un settore energivoro: praticamente tutte le lavorazioni hanno questo status, con il comparto tintorie e rifinizioni che è anche e soprattutto gasivoro ed è colpito ancor più fortemente dai rincari. Un grave problema che non accenna a trovare soluzione e che inficia una ripresa per altri aspetti molto positiva. Proprio alla fine del trimestre oggetto della rilevazione e all’inizio di luglio le fiere tessili hanno evidenziato l’interesse dei mercati per le tipologie produttive pratesi: le opportunità di produrre ci sono, ma l’intera filiera è e rimane in sofferenza a causa della bolletta energetica e di difficoltà di approvvigionamento.”

“Si conferma quanto osservavamo già per il 1° trimestre di quest’anno – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. La domanda c’è stata e c’è ancora adesso. Ma i nostri dati dicono anche un’altra cosa, molto meno esaltante: che le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee, con un saldo ottimisti/pessimisti in cui la prevalenza dei primi è molto risicata. Nel 2° trimestre le imprese hanno continuato a essere investite in pieno dagli incrementi dei prezzi di energia, gas e materie prime e hanno assistito con preoccupazione all’evoluzione, o forse sarebbe meglio dire involuzione, del quadro economico-politico internazionale. Le rilevazioni sono avvenute quando ancora in Italia c’era un Governo nella pienezza delle sue funzioni: se fossero state fatte dopo la caduta del Governo Draghi probabilmente registrerebbero un’incertezza ancora maggiore. L’auspicio è che il nostro paese continui per quanto possibile sulla strada intrapresa dell’impegno per le riforme, necessarie in sé e funzionali a intercettare le risorse del PNRR. Siamo in un momento straordinariamente delicato, di fronte alla prospettiva di un autunno-inverno problematico: sbaglierebbe chi pensasse che, rimessa in moto dopo la pandemia la macchina produttiva, ormai il più sia fatto. La verità è che molte imprese producono a pieni giri ma non guadagnano: i margini sono divorati dalla bolletta energetica”.

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