7 Settembre 2022

Ampia partecipazione alla marcia della pace, tornata dopo 3 anni

Il sindaco Biffoni e la presidente Anpi Riviello riflettono sul valore dell'iniziativa che quest'anno cade in campagna elettorale e in periodo di guerra in Ucraina


In tanti hanno preso parte alla Marcia della pace, l’evento che ha chiuso la giornata di celebrazioni del 6 settembre, 78° anniversario della Liberazione di Prato dall’occupazione nazifascista. Una tradizione, quella della marcia della pace, che si era interrotta nel 2020 a causa del Covid.

Il corteo si è svolto lungo il percorso da Villa Fiorita a Figline, nella cui piazzetta è stata deposta una corona d’alloro al monumento dedicato ai 29 Martiri impiccati nel paese proprio il giorno della liberazione dalle truppe naziste in ritirata. A seguire in piazza dei Partigiani hanno preso la parola la console onoraria tedesca a Firenze Renate Wendt, che ha sottolineato gli sforzi comuni compiuti dai due Stati amici Germania e Italia per una riconciliazione nel segno della memoria, il presidente dell’istituto Parri Paolo Pezzino, tra i principali esperti di stragi nazifasciste, il quale ha compiuto un inquadramento storico dell’eccidio di Figline, il sindaco Matteo Biffoni e la presidente dell’Anpi Angela Riviello.

Nel suo intervento Angela Riviello ha ricordato le figure di Enrico Cavaciocchi e Fulvio Silvestrini e ha messo in guardia dai pericoli che la storia ci insegna e il presente può riproporre: “La crisi che stiamo vivendo mette a rischio i valori ed in questi frangenti anche la libertà può vacillare. Di fronte a problemi economici e sociali diventa facile additare i migranti e le minoranze e si possono ripresentare insidie per la dignità umana come il razzismo e l’intolleranza. Le risposte sono nella nostra cara Costituzione nata dalla Resistenza, patrimonio comune degli italiani. Eppure siamo nel mezzo di una campagna elettorale e mi chiedo come può essere considerato divisivo essere qui? Come può esserci imbarazzo a pronunciare la parola antifascismo?”
Infine Riviello ha fatto appello a trovare risorse per il Museo della Deportazione e Resistenza (“è un bene prezioso che va curato”) e ha chiesto al sindaco e al consiglio comunale di “decidere una volta per sempre e definire questo 6 settembre la festa laica di questa città, il collante del nostro stare insieme”.

Il primo cittadino ha rimarcato la necessità di essere all’altezza del sacrificio dei partigiani e dei martiri di Figline, in uno scenario in cui “anche il pacifismo va praticato tutti i giorni”, a dispetto di un’attenzione, quella al dramma umanitario della guerra in Ucraina, che è andata diminuendo nel corso delle ultime settimane. Il sindaco Biffoni ha poi rimarcato il significato speciale del ritorno della marcia della pace, proprio in un periodo di guerra alle porte dell’Europa e nel bel mezzo della campagna elettorale.

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