I costi energetici si stanno facendo insostenibili per le imprese del distretto; l’associazione Astri si aggiunge al grido di allarme lanciato dalle associazioni di categoria e propone una mobilitazione di protesta eclatante: fermare le aziende per un giorno se la situazione non verrà risolta al più presto.
Lo ha deciso il consiglio direttivo dell’associazione, che ha analizzato la situazione con grande attenzione, raccogliendo le preoccupazioni dei soci. Dati alla mano, il costo della produzione tessile ha raggiunto cifre da capogiro, difficili da far digerire ai clienti. Alcune lavorazioni stanno lavorando in perdita, per non fermare le macchine e quindi la produzione del distretto, ma la situazione non può durare a lungo. Reduci da un 2022 che fino a luglio aveva regalato delle soddisfazioni per il rinnovato interesse dei brand mondiali a tornare a produrre nel distretto, adesso la situazione potrebbe trasformarsi in un boomerang pericoloso, con ordini da evadere a costi che non sono più sostenibili.
Il rischio è che si debbano fermare le macchine e fare un ricorso massiccio alla cassa integrazione straordinaria, per sostenere anche le aziende di piccole dimensioni che spesso svolgono lavorazioni strategiche e che non sanno come continuare ad operare.
“Non stiamo ricevendo risposte e quello dei costi energetici non ci pare sia un tema prioritario della campagna elettorale: chi si prenderà la responsabilità di mettere sul tavolo delle proposte credibili? – si chiede il Consiglio Direttivo di Astri, i cui rappresentanti aggiungono: “Un distretto produttivo come il nostro non può fare a meno di far sentire la propria voce, anche a costo di manifestare in maniera eclatante la nostra preoccupazione. Non c’è tempo da perdere: se non otterremo risposte, siamo pronti a manifestare”.
