22 Settembre 2022

Il Corertex chiama Roma: incontrati i candidati al Parlamento

Ecco le richieste alla politica dei settori riuso e riciclo


Calmierare i costi energetici per le imprese, eliminare la beffa della doppia iva da pagare nel settore del riuso, riscrivere le normative sull’economia circolare ascoltando il parere tecnico di imprese e consorzi, e centralità delle imprese di riuso e riciclo nella realizzazione del futuro hub del tessile. Sono queste le richieste che il Corertex, il Consorzio per il riuso e il riciclo tessile ha avanzato ai candidati di centrodestra e centrosinistra incontrati nel corso della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Una serie di incontri costruttivi e all’insegna del dialogo, dove la parte politica ha ascoltato le necessità delle imprese dei due settori. Il Corertex ha deciso di avviare una campagna di dialogo con i politici in corsa per il Parlamento proprio con l’obiettivo di tracciare una strada che colleghi direttamente Prato con Roma, dove nella prossima legislatura si scriveranno norme cruciali per il distretto.

“Abbiamo avuto diversi incontri con molte forze politiche presenti sul territorio e a tutte abbiamo comunicato la nostra preoccupazione per il caro bollette – spiega il presidente del Corertex, Raffaello De Salvo -. Un problema che è necessario e imperativo risolvere al più presto poiché, oltre alla criticità effettiva, si genera una pericolosa incertezza con la conseguente paralisi di qualsiasi tipo di investimento”.

Durante gli incontri è stato illustrato ai candidati di centrosinistra e centrodestra il progetto del Corertex che vuole massimizzare e incentivare la cultura del riuso e del riciclo, mostrando dal vivo e facendo toccare con mano a tutte le forze politiche intervenute la trasformazione dei cicli di post consumo in riuso e nuova materia prima. Ai candidati è stato spiegato anche che gli impianti di riuso sono una cinquantina sul territorio, per lo più a Montemurlo, per un totale di 50.000 metri quadrati coperti di capannoni, 600 addetti e una capacità annua di lavorazione di circa 70.000 tonnellate di indumenti usati. A questo settore va poi aggiunta tutta la filiera del riciclo che assorbe anche gli scarti tessili delle lavorazioni industriali. Già oggi a Prato si è in grado di riusare fino al 66% degli abiti usati e di avviare a riciclo il 31% dei materiali lavorati, mandando in discarica solo il 3% di scarti.

“La prossima legislatura sarà chiamata a scrivere regole fondamentali per il futuro dell’economia circolare tessile – conclude De Salvo -. Noi mettiamo la nostra competenza ed esperienza a disposizione del legislatore, consci e consapevoli che siamo fra i pochi, se non gli unici, ad avere cognizione di causa sulla materia”.

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