9 Novembre 2022

La Biblioteca Roncioniana compie 300 anni e racconta la propria storia

Giovedì 10 novembre giornata di studi aperta a tutti dedicata alla più antica biblioteca di Prato. L’istituzione voluta dal benefattore Marco Roncioni contiene 60mila volumi e preziosi manoscritti


Nuova iniziativa per festeggiare i trecento anni dalla fondazione della Biblioteca Roncioniana. Giovedì 10 novembre è in programma una giornata di studi dedicata alla storia dell’antica istituzione culturale pratese, nata nel 1722 per eseguire la volontà testamentario di Marco Roncioni, morto senza eredi alla fine del Seicento.
L’iniziativa, rivolta a tutti gli interessati, si apre alle ore 9 con il saluto del vescovo Giovanni Nerbini e delle altre istituzioni presenti. Al mattino, intervengono Claudio Cerretelli (Il palazzo della biblioteca, vicende edilizie) e la ricercatrice Veronica Vestri (Vita di Marco Roncioni). Dopo la pausa, alle 11,30, lo studioso e collaboratore della biblioteca, Giovanni Pestelli, parlerà della prima parte della storia della Roncioniana: dall’atto fondativo all’apertura al pubblico nel 1722. Chiude la mattinata la bibliografa Giovanna Granata, dell’Università di Cagliari, con una relazione su Giovan Battista Casotti, noto erudito settecentesco che attinse molto nelle proprie ricerche alla Roncioniana. Presiede i lavori del mattino Antonia Ida Fontana, presidente della Società Dante Alighieri.

Nel pomeriggio, alle ore 15, sotto la presidenza del direttore dell’Archivio di Stato di Prato, Leonardo Meoni, il bibliotecario don Marco Pratesi propone un intervento sul canonico Luigi Sacchi e il Sacro Cingolo. Alessandro Savorelli parlerà di «Illusione mondana e fumo? Araldica ed erudizione nei manoscritti roncioniani». A seguire ci saranno Massimo Fanfani (Guasti e la Crusca), Caterina del Vivo (Giovacchino Benini e Giovan Pietro Vieusseux: una storia epistolare d’amicizia e d’affari). Chiudono la giornata gli interventi di Felicita Audisio (L’educazione permanente di Ebe ed Ada Benini nelle carte roncioniane) e Virginia Barni (Genealogie pratesi).

 

 

La Roncioniana è la più antica biblioteca di Prato e rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che intendono studiare la storia locale e quella toscana. La prima sede fu in via Muzzi, poi nel 1766 la Biblioteca voluta da Roncioni si spostò nell’attuale palazzo che si affaccia su piazza San Francesco, una struttura costruita per ospitare il suo straordinario patrimonio librario. Qui sono custoditi 60mila volumi e migliaia di manoscritti, alcuni sono molto antichi e preziosi, come gli omiliari medievali (i libri che raccolgono le omelie durante gli uffici liturgici) provenienti dalla propositura di Santo Stefano, l’odierna cattedrale. Roncioni volle anche che il bibliotecario fosse un sacerdote appartenente al clero pratese. Attualmente questo incarico è ricoperto da don Marco Pratesi, prima di lui, ci fu don Enrico Bini e prima ancora don Mario Bonacchi.
Fino al 1978, anno di apertura della Lazzerini, era l’unica biblioteca cittadina. Il fondo della Roncioniana raccoglie 1207 manoscritti, tra codici e buste, raccolti nel primo periodo della sua storia. Ci sono manoscritti donati da canonici della cattedrale, da avvocati cittadini, ma soprattutto qui è custodito l’archivio di Cesare Guasti, il celebre archivista e filologo, considerato venerabile dalla Chiesa cattolica e del quale è in corso la causa di beatificazione.
Ancora oggi la Roncioniana è sede di incontri e presentazioni di libri, legati in particolare al periodo ottocentesco.

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