23 Novembre 2022

Rsa private, Confcooperative: “Aumento rette per immobilismo Regione”

Dal 1 gennaio 2023 previsto un rincaro di 13 euro: "Aumento costi insostenibile, quota sanitaria ferma da anni"


“Vista l’attuale situazione di inerzia da parte della Regione Toscana, i gestori delle Rsa private si vedranno costretti ad aumentare la quota di parte sociale alle famiglie (si parla di circa 13 euro) a partire dall’1 gennaio 2023. Quota sociale che la Regione aveva calcolato e indicato ai Comuni, come compartecipazione massima, in 53,50 euro già diversi anni fa. I costi che le strutture socio sanitarie stanno sostenendo, oltre al caro bolletta e all’inflazione, hanno reso la situazione insostenibile”.
Così Confcooperative Toscana spiegando che “da oggi, gestori e lavoratori delle Rsa, con i familiari degli ospiti, inizieranno a presidiare l’ingresso del Consiglio regionale per far ascoltare il proprio grido d’allarme. Manifestazioni che proseguiranno finché non si raggiungeranno risultati adeguati”.

Domani, spiega una nota, in commissione sanità e politiche sociali del Consiglio regionale della Toscana è prevista l’audizione dell’assessore toscano al sociale Serena Spinelli, e dei gestori privati Rsa e delle centrali cooperative sempre sul tema delle Rsa. Nei giorni scorsi si è svolto invece un incontro tra i gestori delle Rsa e dei Centri diurni accreditati con Spinelli e il direttore il direttore generale del dipartimento della sanità Federico Gelli “per esaminare la grave situazione emergenziale in cui si trovano le strutture socio sanitarie”.

“Gelli e Spinelli hanno manifestato consapevolezza della situazione in cui versano le Rsa e verificheranno i margini di manovra economica nei prossimi giorni, sia per la richiesta di ristoro da parte delle associazioni per gli ultimi sei mesi del 2022, sia per la revisione della quota sanitaria, che in 11 anni ha avuto un solo euro di aumento – dicono Alberto Grilli, presidente di Federsolidarietà Toscana, e Anna Batini, coordinatrice di Confcooperative-Sanità Toscana -. Le associazioni hanno fatto alcune proposte concrete alla Regione per trovare una soluzione. Proposte che saranno valutate per verificarne la fattibilità” e “che consentirebbero sia di riequilibrare i conti delle Rsa e dei centri diurni, ma anche di far conseguire alla Regione obiettivi di programmazione già previsti dal bilancio 2023”.

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