18 Novembre 2022

Tribunale fatiscente, l’Anm di Prato: “Carenze strutturali e poco personale: così la giustizia annaspa”

I magistrati pratesi intervengono dopo l'ultimo episodio: due uffici liberati perchè il pavimento è pendente e si temono problemi strutturali


Condizioni di lavoro degradanti, inefficienza amministrativa, sicurezza e salubrità dei locali a dir poco precari. E’ il quadro del Tribunale di Prato che emerge dal documento firmato dalla sottosezione pratese dell’Associazione Nazionale Magistrati e indirizzato agli organismi centrali. La lettera – condivisa con il presidente del Tribunale Francesco Gratteri e con il procuratore Giuseppe Nicolosi – prende le mosse dall’ultimo episodio che ha manifestato le condizioni critiche del Palazzo di Giustizia: è di venerdì scorso la segnalazione da parte di alcuni magistrati della Procura della Repubblica dell’aggravarsi della pendenza del pavimento in un’ala dell’edificio che interessa due stanze, già afflitte da periodiche infiltrazioni di acqua piovana. “In questi giorni, personale del Ministero della Giustizia e del Provveditorato ha effettuato un sopralluogo, constatando che, allo stato, non vi sarebbe un pericolo imminente di crolli – scrive la sottosezione dell’Associazione Nazionale Magistrati di Prato -. Tuttavia, già nel 2019 era stato segnalato che la stabilità di quella parte di edificio avrebbe potuto subire delle criticità in caso di eventi meteorici di eccezionale rilevanza. Tanto da far ritenere opportuni attenti monitoraggi che, allo stato, non sono mai stati effettuati”.
Anche alla luce dei recenti fatti del Tribunale di Catania, dove il pavimento di una segreteria dell’ufficio G.I.P. ha ceduto nottetempo per fortuna senza provocare feriti, i magistrati pratesi ritengono improcrastinabili verifiche più approfondite.
“Non è inutile, allora, evidenziare la necessità che in primis in un Palazzo di Giustizia siano rispettate in modo pedissequo tutte le norme dettate in materia di sicurezza e a tutela della incolumità dei lavoratori, anche in ragione della valenza simbolica che la nostra funzione riveste nell’immaginario collettivo”.

Palazzo di giustizia: tutte le carenze strutturali
Lungo l’elenco delle condizioni critiche del palazzo di giustizia (nella foto di apertura la gora di umidità causata da infiltrazioni presente da anni nel corridoio fra le aule di giustizia al secondo piano) evidenziato dall’Anm di Prato: “È stato constatato recentemente come, ad esempio, gli ascensori non consentano l’ingresso di barelle, o che non sia possibile accedere con la chiave di emergenza in caso di guasto alla colonna se non dal piano terreno, tanto da costringere chi interviene a calare la cabina fino a tale piano, con evidente disagio e pericolo per chi dovesse essere soccorso. Ancora. Nei corridoi e in alcune stanze si possono notare cumuli di mobili e attrezzatura in disuso, mentre altro materiale di risulta è stato accatastato nel giardino (foto sotto).

Parti di soffitto sono state rimosse, tanto che è possibile scorgere le tubature. L’impianto del riscaldamento e raffreddamento in alcune stanze non funziona costringendo chi vi lavora al caldo torrido in estate e al freddo in inverno.
A questa situazione di evidente degrado, già di per sé grave, si aggiunge la carenza di strumenti informatici, tanto che nelle camere di consiglio delle aule i computer sono talmente lenti da costringere i magistrati a ritirarsi nelle proprie stanze per deliberare, con aggravio dei tempi a danno di chi attende in aula”.

La mancanza di personale amministrativo
Nel proprio documento, l’Associazione nazionale magistrati ribadisce inoltre “l’ormai drammatica carenza di personale amministrativo (con una scopertura di organico ormai prossima al 50%) solo parzialmente tamponata grazie all’impiego, certamente eterogeneo rispetto alle previsioni legislative, dei (pochi, rispetto ai numeri previsti) funzionari dell’ufficio per il processo, peraltro assunti a tempo determinato”.
Si tratta di una quota di personale, per lo più avvocati, assunti tramite bando nazionale con fondi Pnrr per contribuire allo smaltimento dei procedimenti arretrati, supportando nel loro lavoro quotidiano i giudici.
“Per comprendere la gravità della situazioni – scrive l’Anm di Prato – basti pensare che recentemente i funzionari dell’ufficio per il processo addetti al dibattimento penale sono stati adibiti alla gestione del Fondo Unico Giustizia e allo smaltimento delle liquidazioni, mansioni che si sommano ai già gravosi compiti di gestione dei ruoli monocratici e collegiali dei magistrati togati, ivi compresa la delicata cura degli adempimenti connessi all’applicazione delle misure cautelari personali. In questo quadro drammatico, va evidenziato che diventa sempre più complicato, se non impossibile, offrire un servizio qualitativamente elevato, efficiente e ragionevolmente rapido alla cittadinanza.
Non solo. In queste condizioni diventa utopistico anche il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR, in quanto, senza i mezzi adeguati, non è possibile far fronte ai carichi di lavoro pressanti provenienti da un tessuto sociale, come quello pratese, già decisamente sovradimensionato rispetto alle previsioni di organico di Tribunale e Procura. In definitiva, le degradanti condizioni di lavoro si sommano alla inefficienza amministrativa e all’inevitabile fallimento dell’Ufficio per il Processo, così creando un evidente disagio in primis all’utenza che rischia di vedere insoddisfatta la domanda di giustizia, valore costituzionale ineludibile e caposaldo della nostra democrazia.
Per questo, come Associazione Nazionale Magistrati abbiamo interesse che tale situazione sia conosciuta per tutelare e garantire il prestigio ed il rispetto della funzione giudiziaria. Prestigio e rispetto che iniziano proprio dalla dignità del luogo di lavoro. Auspichiamo, pertanto, un pronto intervento da parte della amministrazioni preposte affinché si ponga finalmente mano ad una situazione ormai divenuta obiettivamente assai critica”.

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