26 Dicembre 2022

Per superare le crisi serve «una impennata di creatività e fantasia». L’invito del Vescovo ai pratesi nel giorno del patrono

Le parole di monsignor Nerbini pronunciate nell'omelia del solenne pontificale di Santo Stefano celebrato in cattedrale. Il ringraziamento «alle migliaia di persone che quotidianamente si fanno carico delle sofferenze altrui»


Una «impennata di creatività e fantasia per inventare risposte e soluzioni innovative che rappresentino una crescita per tutto il sistema. Risposte tampone sono illusorie ed in generale dannose». È il primo suggerimento che il vescovo di Prato Giovanni Nerbini dà alla città per governare le crisi, economiche e sociali, che stiamo vivendo in questo tempo difficile segnato prima dalla pandemia e adesso dalla guerra alle porte dell’Europa. Il secondo è un invito alla «partecipazione ampia» della comunità per affrontare le difficoltà a livello civile ed ecclesiale, ma soprattutto: «non si può delegare a una autorità la totale responsabilità del processo, né aspettarsi da un solo soggetto ricette risolutive».

 

 

Le riflessioni del Vescovo sono state condivise con i pratesi nel giorno del patrono Santo Stefano, nel corso dell’omelia pronunciata durante la celebrazione in cattedrale del solenne pontificale della festa. La messa è stata concelebrata da sessanta sacerdoti diocesani e animata dalla Cappella musicale della cattedrale e dalla corale San Francesco. In duomo erano presenti il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Simone Calamai, i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese e le altre autorità cittadine. Presenti anche la parlamentare Erica Mazzetti e la consigliera regionale Ilaria Bugetti. Nutrita la partecipazione dei pratesi, che come da tradizione, non sono mancati alla festa del patrono della città. La celebrazione è stata trasmessa in diretta su Tv Prato.

 

 

Dopo aver introdotto la figura di Santo Stefano, «che sempre ci invita a guardare a questa nostra città adottando uno sguardo attento e premuroso», monsignor Nerbini ha invitato la comunità civile ed ecclesiale a fare «una seria riflessione per una adeguata comprensione del problema e l’adozione delle accorte e tempestive decisioni necessarie», perché a causa delle crisi «il meccanismo che conoscevamo si è inceppato». Da qui i due suggerimenti sopra riportati: «una impennata di creatività» nel cercare risposte, e una «ampia partecipazione» a questo impegno, affinché possa crescere «tutto il sistema». Monsignor Nerbini ha poi annunciato che in qualità di vescovo delegato per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale toscana, sta studiando insieme alla sua commissione «il problema delle oltre cinquanta aziende che in Toscana rischiano la chiusura e per le quali si stentano a trovare soluzioni soddisfacenti. Per alcune siamo fermi allo scontro e alla paralisi. Torna spontaneamente alla memoria la vicenda della Pignone a metà degli anni Cinquanta e del suo felice esito per il concorso di tanti differenti soggetti che portarono il loro contributo», ha detto il Vescovo ricordando l’impegno del sindaco santo Giorgio La Pira in quella storica vicenda.

 

 

Nell’invitare chi esercita una autorità legittima in ambiti diversi ad avere «una grande trasparenza e una grande libertà dall’uso del potere, dall’avidità e dal denaro», il Vescovo ha commentato i recenti fatti d’attualità: «Scandali come quello appena portato alla luce a livello europeo, che vedono uomini delle istituzioni intascare mazzette indeboliscono la fiducia nelle istituzioni, gettano discredito, scoraggiano l’impegno personale e tolgono forza al valore che ogni incarico pubblico ha in se stesso. Dovremmo ripetere per noi ed insegnare alle giovani generazioni – ha affermato il Presule – il valore della parola “servizio” così come lo vediamo in tanti volontari che sono impegnati nella nostra città». E a questo proposito, il Vescovo ha voluto rendere omaggio «alle migliaia di persone che quotidianamente si fanno carico dei bisogni e delle sofferenze altrui, portando il loro silenzioso contributo al corpo sociale nel suo insieme. Non c’è ambito di disabilità, bisogno ove qualcuno non si sia rimboccato le maniche per incoraggiare, sostenere, aiutare».

Monsignor Nerbini ha accennato anche al suo viaggio in Ecuador e in Salvador compiuto la scorsa estate per visitare le missioni diocesane e per sostare in preghiera sulla tomba del vescovo santo Oscar Romero e di quanti «hanno dato la vita per difendere la verità, la libertà e i diritti dei più piccoli e poveri». Il Vescovo ha affermato che «il loro esempio ci invita a non dimenticare i tanti luoghi nel mondo dove queste situazioni non sono storia ma attualità e non succeda mai che un evento sportivo rappresenti un telo che copre misfatti di alcun genere di qualsiasi regime e che ci faccia mettere tra parentesi, le grandi questioni in gioco».

 

 

Infine un invito alla preghiera, che deve essere «non una prerogativa ma un dovere», e un’ultima raccomandazione: «Per un cristiano, che pure ha i suoi orientamenti politici, non esistono nemici da criticare ed amici da difendere ma soltanto persone che hanno bisogno della sua opera spirituale. Santo Stefano sostenga tutti noi in questo nostro quotidiano impegno e Maria ci conduca in questo nostro cammino».

Al termine della solenne concelebrazione il vescovo Giovanni Nerbini ha proclamato i vincitori della tredicesima edizione del Premio Santo Stefano per la tenuta e il rilancio del lavoro a Prato. Il riconoscimento è andato a Azeta Filati, Pinori Filati e Unitech, tre aziende del comparto tessile pratese. La cerimonia di premiazione è stata annunciata per il mese di febbraio.