5 Dicembre 2022

Stazione di polizia cinese, ne parla anche il Guardian

Secondo il rapporto di Safeguard Defenders controllerebbero la popolazione cinese all’estero e non sarebbero centri di assistenza per attività amministrative come sostiene la Cina


Anche il Guardian torna a parlare della fantomatica stazione di polizia cinese in via Orti del Pero. Il quotidiano inglese ha dedicato un articolo alla vicenda.
L’Italia è il paese con la più alta presenza al mondo di stazioni di polizia cinese d’oltreoceano, accusate di controllare la popolazione cinese all’estero e di non essere quindi centri di assistenza per attività amministrative. Lo racconta un nuovo rapporto di Safeguard Defenders dal titolo “Patrol & Persuade”, pubblicato anche in Italia da L’Espresso.
Il gruppo per i diritti civili sostiene che le stazioni di polizia non ufficiali sono utilizzate dalla Cina per “molestare, minacciare, intimidire e costringere gli obiettivi a tornare in Cina per essere perseguitati”. Il governo cinese sostiene invece che gli uffici sono semplicemente stazioni di servizio istituite per assistere i cittadini cinesi nelle procedure burocratiche come il rinnovo del passaporto o della patente di guida.
Le stazioni italiane sono a Roma, Milano, Bolzano, Venezia, Firenze, Prato e in Sicilia.
“L’Italia, che ospita 330.000 cittadini cinesi, secondo i dati 2021 dell’Istat, è un terreno fertile per la potenziale influenza di Pechino a causa di una miriade di accordi tra i due Paesi – scrive il Guardian – Tra questi c’è uno schema di pattugliamento congiunto della polizia, firmato per la prima volta nel 2015, in base al quale la polizia cinese pattuglia le città italiane per periodi temporanei, apparentemente per assistere i turisti cinesi”. Il rapporto di Safeguard Defenders rileva che “pur avendo sul proprio territorio il maggior numero di avamposti di collegamento, il governo italiano è tra i pochissimi paesi europei che non ha ancora annunciato pubblicamente un’indagine sulle stazioni di polizia cinesi d’oltremare o ne ha dichiarato l’illegalità”.

Il mese scorso il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli aveva detto che “Il Governo ne è a conoscenza e ci sta lavorando fin da prima che da Prato fosse segnalato”.

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