17 Gennaio 2023

Minori stranieri non accompagnati, Biffoni: “Serve un centro governativo di prima accoglienza”

Il sindaco rinnova la richiesta al ministro Piantedosi e definisce "incomprensibile" la posizione contraria dell'assessora regionale Spinelli: "Sono certo ci sia un fraintendimento"


Per i minori stranieri non accompagnati che arrivano sul territorio è necessario almeno un hub di prima accoglienza per ogni regione, anche in Toscana. Una struttura che possa garantire un adeguato collocamento urgente non solo nelle aree di sbarco, ma anche nelle città metropolitane e nei territori che negli ultimi anni hanno rilevato un aumento di arrivi. È in sintesi questo che il sindaco di Prato Matteo Biffoni, in quanto delegato Anci immigrazione, ha chiesto al ministro Piantedosi già lo scorso dicembre. Una richiesta storica di Anci a nome dei Comuni italiani, che era già stata avanzata ai precedenti ministri dell’Interno.

“I centri hanno essenziali funzioni di protezione, identificazione, accertamento dell’età e screening psico-socio-sanitario, oltre all’eventuale rintraccio dei familiari dei minori. Strutture di questo tipo sono fondamentali perché i bambini e ragazzi che arrivano sui territori abbiano un’ accoglienza adeguata, una protezione vera e tutte le tutele necessarie. Per farlo bisogna strutturarsi bene e i Comuni non hanno risorse e mezzi adeguati per far fronte al crescente numero di Msna che si presentano sui territori”, sottolinea Biffoni. Particolarmente rilevante è la funzione di screening psico-socio-sanitario con il coinvolgimento dei servizi sanitari locali, anche al fine consentire il precoce invio a strutture specialistiche quando la condizione di fragilità dei minori è particolarmente critica.

“Poiché è incomprensibile la contrarietà dell’assessora regionale Spinelli e siccome so come lavora e come ben conosce la materia, sono certo che vi sia un fraintedimento – spiega Biffoni -. L’assessora sa bene come per i Comuni sia complesso la gestione dei minori e quanto un intervento immediato all’arrivo sia fondamentale anche per il buon funzionamento del Sai in seconda accoglienza. Rischiamo altrimenti di avere dei minori non adeguatamente seguiti, con le terribili conseguenze sociali che tutti conosciamo”.

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