Bettazzi assolto dopo 10 anni, l’ex presidente del consiglio comunale: “Il fatto non sussisteva. Quanto è costato il procedimento alla giustizia?”
Dopo il verdetto del Tribunale di Prato Maurizio Bettazzi ha tenuto una conferenza stampa assieme ai suoi avvocati per parlare della sua vicenda giudiziaria
Impigliato per 10 anni nelle maglie della giustizia, per un’indagine della Procura di Prato che lo accusava di abuso di ufficio e corruzione, ipotesi di reato quest’ultima poi derubricata in induzione a dare o promettere utilità. Un’indagine che spinse Maurizio Bettazzi a presentare le dimissioni da presidente del consiglio comunale, nell’estate del 2013. Ma per quelle vicende, due giorni fa Bettazzi è stato assolto con formula piena dal Tribunale di Prato. L’esponente politico del centrodestra, in quegli anni alla guida della città, fornì in qualità di mediatore creditizio delle consulenze alla Bcc Area Pratese e ad Asm, la partecipata del comune che all’epoca era in cerca del rifinanziamento di alcune linee di credito. Gli inquirenti contestarono una fattura di 2.800 euro, che non fu mai pagata da Asm. Adesso, dopo 10 anni, è arrivata la sentenza di primo grado che ha riconosciuto la correttezza dell’operato di Bettazzi.
Sotto le parole dell’avvocato Alessandro Burzo, che assieme ai colleghi Gianni Cenni e Ugo Fanti hanno sostenuto la difesa di Maurizio Bettazzi.
Nella conferenza stampa indetta per commentare il verdetto del Tribunale, Bettazzi ha sottolineato come la sua attività di consulente servì a scongiurare una crisi finanziaria di Asm, che in quel periodo aveva difficoltà a pagare gli stipendi. “Agìi nell’interesse di 400 dipendenti e delle loro famiglie, facendo 38 incontri da febbraio a giugno 2013 con vari istituti di credito, in un periodo in cui le banche riducevano le linee di finanziamento ad Asm. È anche grazie al mio intervento se Asm è riuscita a pagare gli stipendi nei mesi successivi ed è confluita in Alia mantenendo la stessa dignità delle partecipate di Firenze e Pistoia”.
Bettazzi, che non ha escluso un futuro ritorno alla politica e ha manifestato la volontà di andare in giro a raccontare la sua vicenda giudiziaria “affinchè non capiti a nessun altro quanto accaduto a lui”, ha tenuto a precisare che la decisione di rassegnare le dimissioni nel 2013 fu presa in totale autonomia, contro il parere dell’allora sindaco Roberto Cenni, per non esporre a condizionamenti o speculazioni la giunta e il consiglio comunale. Maurizio Bettazzi ha poi citato i provvedimenti del gip e del Riesame che durante le indagini preliminari negarono le misure cautelari chieste dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Antonio Sangermano. Provvedimenti – ha aggiunto Bettazzi, suffragato dai suoi legali, gli avvocati Alessandro Burzo e Gianni Cenni – nei quali già si potevano ravvisare gli estremi per un proscioglimento, anche se successivamente il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Prato ha mandato a processo gli imputati.
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