9 Marzo 2023

Condannate in appello a 7 anni le due guardie giurate del pronto soccorso accusate di omicidio preterintenzionale

Un uomo di 60 anni morì un anno dopo il presunto pestaggio subìto in ospedale. I vigilantes erano stati assolti in primo grado


La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado e ha condannato ad una pena di 7 anni Andrea Priolo e Simone Pagliantini, le due guardie giurate in servizio all’ospedale accusate di omicidio preterintenzionale per la morte di un uomo che nell’ottobre del 2017 si era rivolto al pronto soccorso. Secondo l’accusa i due vigilantes, allora in servizio al Santo Stefano, avrebbero percosso l’uomo che era andato in escandescenze, procurandogli gravi lesioni che lo costrinsero alla sedia a rotelle fino alla morte, avvenuta a distanza di un anno dai fatti. Fatti privi di testimoni oculari, la cui ricostruzione è stata oggetto di perizie contrapposte.

Nel 2021 in primo grado, con rito abbreviato, il Tribunale di Prato scagionò i due vigilantes, ordinando la trasmissione alla Procura degli atti relativi alla testimonianza della dottoressa del pronto soccorso che aveva aggravato la loro posizione, riferendo a distanza di tempo che la vittima le aveva raccontato di essere stato aggredito. Proprio la dottoressa, assieme ad altro personale medico e infermieristico del pronto soccorso, è stata risentita quale testimone nel processo di Appello, dove è stata rinnovata l’istruttoria dibattimentale, portando ad un esito opposto rispetto al primo grado.
Gli avvocati difensori Giuseppe Nicolosi, Michela De Luca e Antonio Cozza preannunciano ricorso in Cassazione. “Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, per capire cosa possa essere stato valutato differentemente rispetto al primo grado – afferma l’avvocato Giuseppe Nicolosi -. Sono stati proprio Priolo e Pagliantini a chiedere i soccorsi e ci risulta difficile comprendere come in base alla ricostruzione accusatoria chi avrebbe messo in atto un pestaggio immotivato, anziché allontanarsi, si sia poi attivato per chiedere soccorso”.