22 Aprile 2023

La segreteria Pd è contraria al Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana: “Sono luoghi di violazione dei diritti umani”

E per il 27 maggio la segreteria dei democratici lancia gli “Stati Generali delle Comunità - diritti, popoli e culture"


La questione della realizzazione di un Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana è senza dubbio un tema molto spinoso per il Partito Democratico. Perché da un lato ci sono gli amministratori che, come ribadito ieri a Tv Prato dal sindaco Matteo Biffoni, sottolineano “la necessità di allontanare dal territorio chi si macchia di reati gravi”, mentre dall’altro c’è la segreteria regionale e provinciale che di Cpr non vuole nemmeno sentire parlare. E così se Biffoni chiede di “non prendersi in giro” e di dare “risposte nuove e moderne a una sfida complicatissima”, dall’altro la segreteria Biagioni si allinea a quella regionale guidata da Fossi, e al pensiero dell’assessore Ciuoffo che ha definito i Cpr “campi di concentramento”. “Un Cpr in Toscana non è la risposta – dice Maria Logli, coordinatrice della segreteria provinciale Pd -. Sono strutture che non servono né per contrastare la criminalità, né per garantire sicurezza. Sono invece luoghi di detenzione dove sono sistematicamente praticate violazioni dei diritti umani e in cui vengono calpestate le direttive della Corte di Giustizia Ue che proibiscono la detenzione dei migranti colpevoli solo di non avere un permesso di soggiorno in tasca. Sono oltretutto inefficaci e fallimentari nel loro obiettivo originario, ossia quello di favorire i rimpatri: solo il 50% delle persone trattenute vengono infatti rimpatriate. Per mantenere queste strutture lo Stato spende poi tantissimo senza ottenere risultati”.

«Ma ha ragione chi dice che non fare un Cpr in Toscana non basta – aggiunge -. Abbiamo la responsabilità di costruire l’alternativa: di fronte a un Governo che vuole convertire in Legge il Decreto Cutro e togliere anche gli ultimi canali di protezione per chi arriva nel nostro paese in cerca di futuro, la nostra opposizione non può limitarsi all’emergenza – conclude Logli – Da Prato, rilanciamo il dibattito per un ribaltamento paradigmatico della gestione dell’immigrazione, a partire dalla riforma di una normativa che risale al 1998. Gli Stati Generali saranno un’occasione per parlare di canali d’ingresso regolari, riforma della cittadinanza, diritti e pluralismo. Il cuore dell’evento consisterà nel dialogo tra chi il tema lo vive, chi lo studia, chi ci lavora, e chi si batte da sempre per i diritti, dal locale al nazionale. Prato non può subire il ritardo sistematico della nostra normativa, da qua può partire una proposta nazionale. Siete tutti invitati”.

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