Lo scienziato pratese Luca Bindi scopre un nuovo materiale mai trovato sulla Terra e mai descritto nello spazio
E' stato individuato nei laboratori dell’Università di Firenze. Bindi: "Potrebbe darci informazioni sullo sviluppo della vita sul nostro pianeta"
Un fulmine colpisce un albero a New Port Richey in Florida (USA) e con l’impatto si forma un nuovo materiale a base di fosforo mai descritto prima, né sulla Terra né nello spazio. La scoperta si deve a Luca Bindi, docente dell’Università di Firenze, che con i colleghi della University of South Florida ha descritto il nuovo materiale in un articolo pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment.
I ricercatori hanno fatto la scoperta analizzando il frammento di una fulgurite originata dall’esplosione causata da un fulmine abbattutosi su un albero. “La potenza del fulmine ha causato una vera e propria esplosione che ha inviato scariche elettriche attraverso la roccia, il suolo e la sabbia vicina” racconta Bindi, ordinario di Mineralogia dell’Ateneo fiorentino. “L’esplosione ha creato una sorta di cicatrice – aggiunge Matthew Pasek, ricercatore all’University of South Florida -, formando così una fulgurite, nota anche come ‘fulmine fossilizzato’”.
Lo scienziato pratese Luca Bindi
La reazione chimica unica, causata dall’evento, ha portato alla formazione di un nuovo materiale che contiene fosforo e non è né un fosfato (molto comune nel nostro pianeta) né un fosfuro (molto comune nelle meteoriti), ma un fosfito: il minerale è stato individuato da Bindi nel campione di fulgurite, grazie alle analisi compiute nei laboratori fiorentini. “Oltre a studiare come la materia si aggreghi in condizioni estreme – commenta Bindi-, studiare fenomeni come i fulmini è importante per capire quanta energia hanno e quindi poterne monitorare la loro pericolosità”.
“Precedenti studi hanno dimostrato che la riduzione del fosfato dovuta a fulmini è stato un fenomeno diffuso sulla Terra primordiale – conclude il terzo autore dello studio, Tian Feng -. Questa ricerca potrebbe rivelare che altre forme di minerali sono possibili e molte potrebbero aver avuto un ruolo importante nello sviluppo della vita sulla Terra”.
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