12 Maggio 2023

Caso don Spagnesi, la parrocchia della Castellina: «nessuna vendetta, ma la volontà di ottenere giustizia»

Il Consiglio pastorale dell'Annunciazione afferma in una nota di aver fatto causa dell'ex parroco perché era «un atto dovuto» e che la volontà è quella di «chiudere positivamente la vicenda con un accordo»


Nessuna vendetta, né ricerca di rivalsa, solo la volontà di ottenere giustizia, ma soprattutto il desiderio di arrivare, nella verità, alla conclusione della dolorosa vicenda legata al comportamento di don Francesco Spagnesi. Il consiglio pastorale della parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina si è riunito ieri sera, giovedì 11 maggio, per compiere una verifica dell’anno pastorale che si sta avviando alla conclusione e nell’occasione si è parlato delle recenti uscite sulla stampa relative al caso che ha coinvolto l’ex parroco.

«I membri del consiglio pastorale sono rimasti molto amareggiati nell’aver letto su un giornale che la “parrocchia non perdona” in riferimento al fatto di aver chiesto il risarcimento danni a don Francesco per la sottrazione indebita dei soldi dai conti parrocchiali (risarcimento chiesto dalla parrocchia attraverso l’organo competente, ovvero il consiglio parrocchiale per gli affari economici) – spiega l’attuale parroco della Castellina don Serafino Romeo –, quanto è stato riportato non corrisponde affatto al sentimento della parrocchia, la quale non è animata da alcun desiderio di vendetta. Ci sono delusione e amarezza per quanto è successo, anche rabbia da parte di qualcuno, perché don Francesco è stato un sacerdote stimato e benvoluto. Per questo il suo comportamento ha creato un fortissimo disagio all’interno della comunità parrocchiale che si sente ancora molto ferita».

Don Romeo, parlando a nome del consiglio pastorale, intende sottolineare che la causa intentata nei confronti dell’ex parroco sia «un atto dovuto» – la cifra sottratta alla parrocchia è stata quantificata in 123mila euro – e che la volontà è quella di «chiudere positivamente la vicenda con un accordo, da raggiungere anche con l’aiuto del vescovo Giovanni Nerbini».

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