L’economista Severino Salvemini: “Il distretto di Prato anticipatore del cambiamento”
Il docente dell'università Bocconi, autore di un volume sulle imprese del Made in Italy, ha partecipato all'incontro promosso da Pratofutura e Pin
Prima di tutto gli imprenditori, la loro passione e le loro capacità, il loro coraggio di innovare, l’energia che arriva loro dal territorio dove vivono e operano. Il futuro del Made in Italy, nel resto del Paese come a Prato, dipende decisamente dalle scelte – non sempre facili – delle donne e degli uomini che fanno impresa. È un messaggio ripetuto più volte mercoledì pomeriggio, dall’economista Severino Salvemini, docente alla Bocconi, nel corso dell’incontro promosso da Pratofutura e dal Pin – Polo Universitario Città di Prato a Manifatture digitali cinema. Un confronto a tutto campo, con gli interventi dei presidenti Marco Ranaldo e Daniela Toccafondi e dello scrittore Giorgio Van Straten, che ha visto una partecipazione ampia di imprenditori, docenti universitari e studenti.
Salvemini, nel suo recente volume “Quid imprenditoriale, oltre la retorica del Made in Italy”, ha raccolto 53 storie d’impresa e racconta prima di tutto i personaggi, “I dati quantitativi sono importanti ma se si va a vedere le storie, anche secolari, di alcune imprese sono i personaggi quelli che contano – ha ripetuto ieri sera il professore – gli ingredienti del successo del Made in Italy sono la grande passione imprenditoriale, il governo famigliare delle aziende, il fatto che le piccole e medie imprese stanno crescendo con velocità molto alta e il rapporto che gli imprenditori hanno con il territorio”.
E il distretto tessile come si posiziona in questo scenario?
“Prato ha una grande capacità di anticipare il cambiamento – ha fatto notare Salvemini – rispetto ad altri distretti italiani monosettore il distretto ha sempre avuto l’intuizione di vedere in modo antesignano i cambiamenti, mi sembra che adesso l’impegno sia quello di aggregare le piccole imprese in una filiera produttiva che superi l’individualismo e consenta di rafforzare dimensione e capacità di finanziare delle imprese”.
Non è un caso, quindi, che proprio l’associazione Pratofutura si sia dato come prioritario l’impegno per promuovere una cultura d’impresa che guardi principalmente alla mentalità aggregativa, “Dobbiamo superare la singolarità e guardare al distretto in una nuova dimensione – ha sostenuto Marco Ranaldo – al tempo stesso è necessario concentrarci su un’analisi concreta della nostra realtà per capirne fino in fondo le esigenze, conosciamo molto bene il distretto di ieri ma per una visione di futuro dobbiamo guardare in modo approfondito a cosa siamo oggi”.
Il Pin, intanto, continua ad accompagnare la crescita dell’economia locale, guardando alla complessità che la caratterizza. “È uno degli obiettivi del polo universitario per il nostro territorio – ha affermato Daniela Toccafondi – Il sistema locale delle imprese si trova ad affrontare temi inconsueti legati a maggiore bisogno di trasparenza nella comunicazione ad esigenze di maggior controllo di filiera e di introduzione della digitalizzazione nei processi. C’e bisogno di sviluppare un confronto con chi, da tempo, studia la nostra realtà e può dare un contributo sicuramente importante per il superamento delle criticità legate all’innovazione dei processi e del modello organizzativo. Proprio per questo abbiamo promosso l’incontro con il professor Salvemini”.
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