10 Maggio 2023

Maxi frode fiscale nel pronto moda: scoperto giro di fatture false e riciclaggio per quasi 50 milioni di euro

L'indagine della Guardia di Finanza di Prato ha permesso di portare alla luce il sistema illegale, che si serviva di ditte cosiddette "cartiere", di fatto inesistenti e intestate a prestanome compiacenti: 10 gli indagati


Emettevano fatture false per operazioni mai esistite: un giro d’affari che è arrivato a superare i 40 milioni di euro e IVA per circa 9 milioni da parte di società, riconducibili a soggetti stranieri. La maxi frode fiscale è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Prato che ha individuato 7 imprese pronto moda: ditte del settore dell’abbigliamento che erano collegate tra loro attraverso un complesso sistema evasivo che è stato minuziosamente ricostruito dalle Fiamme Gialle.

I 10 imprenditori indagati si avvalevano di imprese cosidde “cartiere”: realtà di fatto inesistenti, prive di struttura operativa e intestate a prestanome compiacenti, perlopiù indigenti e disposti a farsi carico di eventuali responsabilità. Le “cartiere” emettevano fatture false nei confronti di una società di Prato, consentendo a questa di detrarsi in modo indebito l’IVA e di praticare prezzi inferiori a quelli di mercato. Tutti i proventi illeciti venivano poi trasferiti all’estero, in modo da essere “ripuliti” e reimmessi nel circuito dell’economia legale.

L’indagine ha permesso di ricondurre la gestione di fatto di 4 imprese “cartiere” a due stranieri, residenti a Firenze ma con interessi a Prato. Gli imprenditori coinvolti sono stati segnalati all’autorità giudiziaria per diversi reati tributari, quali l’omessa e infedele dichiarazione oltre all’emissione e utilizzo di fatture false e al trasferimento fraudolento di denaro fuori dall’Italia, a scopo di riciclaggio, per oltre 44 milioni di euro.
In parallelo i finanzieri hanno portato a termine anche una serie di controlli fiscali nei confronti delle imprese finite nel mirino, segnalando all’Agenzia delle Entrate un fatturato totale pari a oltre 33 milioni di euro e IVA dovuta per oltre 7 milioni. La principale ditta controllata ha già definito il versamento di quanto dovuto alle casse dello Stato, per circa 1 milione e mezzo di euro.

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