3 Maggio 2023

Una “Mamma segreta” può salvare una vita

Il percorso è stato recentemente aggiornato. Dal 2012 al 2022 su quasi 289 mila parti in Toscana sono stati 184 quelli in anonimato


Partorire in anonimato in ospedale si può, lo prevede la legge. E in Toscana dal 1999 è attivo «Mamma segreta», un percorso per i parti in anonimato e il sostegno alle madri e ai nascituri. Da 24 anni le donne possono essere aiutate durante e dopo la gravidanza, e possono partorire in ospedale in anonimato, senza alcun rischio di essere denunciate, affidando il bambino alle cure dei sanitari, nell’attesa che venga adottato. Questo consente di tutelare la vita delle donne e dei bambini, prevenire e contrastare il fenomeno dell’abbandono alla nascita e gli infanticidi. «Mamma segreta» è nato a Prato e poi si è allargato al resto della regione, si è sviluppato in collaborazione tra Regione, Istituto degli Innocenti, Asl e Comune di Prato, e adesso si ripropone con importanti novità. Un tema quanto mai importante alla luce degli ultimi avvenimenti registrati a livello nazionale. «Il progetto è partito con l’intenzione di portare nel pubblico questo servizio, per offrire a chiunque, in maniera non giudicante, la possibilità di un accompagnamento in un percorso così complicato – spiega Valeria Dubini, direttrice delle attività consultoriali della Asl Toscana Centro -. Quando siamo partiti si sono verificati degli episodi drammatici, l’obiettivo è stato subito quello di cercare di intercettare queste situazioni di disperazione e accompagnare le donne in un percorso volto a dare una vita al neonato e al tempo stesso a tutelare la madre». Come rimarcato da Marisa D’Avino, assistente sociale della Asl Toscana Centro, Mamma segreta è «un percorso di accompagnamento e di sostegno alle donne che manifestano un importante disagio psicosociale nel periodo della gravidanza e quindi sono incerte rispetto al riconoscimento o meno del bambino. Un percorso che consente alla madre di partorire in sicurezza e al bambino di essere accolto e accudito in un contesto di protezione». Fondamentale è intercettare le situazioni di disagio e difficoltà, «prima si conoscono certe situazioni e meglio si accompagnano in questo percorso sia la madre che il neonato – prosegue Dubini -. L’obiettivo di Mamma segreta è quello di poter attivare il prima possibile le pratiche di adozione, così da dare al neonato una vita serena, nonostante l’inizio drammatico».

Come funziona. Tutte le donne, così come prevede la legge, possono partorire in anonimato negli ospedali pubblici, gratuitamente e indipendentemente dalla nazionalità o dal titolo di soggiorno posseduto. La donna che ha dubbi o si trova in situazioni di difficoltà, che vuole ricevere informazioni o ha già deciso di voler partorire in anonimato, può rivolgersi al proprio medico, ai consultori, ai servizi sociali di Comune o Asl, a un Centro per l’adozione presente sul territorio, o direttamente in ospedale al momento del ricovero per il parto. Viene presa in carico da una équipe composta da infermiere, ostetrica, medico, assistente sociale, educatore e psicologo, che la segue per tutto il percorso di maturazione della decisione. Dopo aver partorito, la donna se vuole può essere supportata e accompagnata nel suo reinserimento sociale. Allo stesso tempo viene attivata una procedura presso il Tribunale per i minorenni per avviare le pratiche per dichiarare lo stato di adottabilità del neonato.

I dati. Dal 2012 al 2022 (i dati del 2022 sono provvisori) su quasi 289 mila parti in Toscana sono stati 184 quelli in anonimato: tra questi 98 di donne italiane e gli altri di madri di cui non è specificata la cittadinanza. A Prato in media ogni anno i parti in anonimato sono due, quest’anno uno c’è già stato.

L’aggiornamento del percorso. Le linee d’indirizzo del percorso sono state recentemente aggiornate dalla giunta regionale. Le nuove procedure da un lato supporteranno le madri anche nel loro percorso di reinserimento sociale laddove necessario; dall’altro garantiranno ai figli di ricevere, se lo vorranno, informazioni sulle proprie origini attraverso la redazione e la conservazione di una documentazione adeguata. Una richiesta legata talvolta alla necessità di acquisire un’anamnesi familiare, o per indagini su malattie ereditare e accertamenti diagnostici. Previsti inoltre percorsi di formazione per gli operatori.

Informazioni. La Regione ha predisposto materiale informativo in sette lingue; ha attivato una pagina dedicata e un servizio telefonico di ascolto e supporto (055 4383001).

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