5 Giugno 2023

Molestie sessuali a due colleghe, chiesta pena di 4 anni per l’ispettore della municipale

Tre gli episodi contestati; le vittime non hanno presentato denuncia, ma la Procura ha proceduto d'ufficio contestando l'abuso delle funzioni del pubblico ufficiale


Il procuratore Laura Canovai ha chiesto una pena di 4 anni per l’ispettore della polizia municipale a processo per violenza sessuale con l’accusa di aver allungato le mani nei confronti di due colleghe. I fatti sono riferiti al 2019. L’inchiesta partì quando una delle due presunte vittime delle molestie si confidò con le colleghe raccontando di sentirsi a disagio in presenza dell’ispettore.
Le due donne hanno preferito non sporgere denuncia: la procura ha contestato l’aggravante dell’abuso delle funzioni del pubblico ufficiale, perseguendo così il reato d’ufficio e delegando le indagini alla stessa polizia municipale.
Secondo l’accusa l’ispettore, oggi in pensione, avrebbe fatto leva del suo grado di superiore rispetto alle agenti per creare le condizioni favorevoli ad agire indisturbato. Un episodio sarebbe avvenuto nel rimessaggio auto del comando di piazza Macelli, un locale interrato dove l’imputato avrebbe condotto l’agente con una scusa per poi palpeggiarle il seno. Il secondo episodio raccontato dalla stessa vigilessa sarebbe avvenuto nella centrale operativa, approfittando di un momento di assenza di un altro agente; in questo caso l’ispettore avrebbe spinto ad una parete la vittima, allungando le mani e stringendola in un abbraccio. La seconda vigilessa ha raccontato invece di aver ricevuto un bacio sul collo improvviso ed indesiderato.
Durante la requisitoria, Laura Canovai ha citato alcuni precedenti del contegno invadente nei confronti di una delle due vigilesse, che avrebbe respinto al mittente “avances” e apprezzamenti verbali, mostrando tutto il suo disappunto.
Antonino Denaro, avvocato difensore dell’imputato, ha contestato la procedibilità del reato in assenza di denuncia delle vittime e ha chiesto l’assoluzione dell’ispettore, sottolineando anche alcune incongruenze nella ricostruzione dei fatti fornita da una delle vittime nel corso delle indagini e durante il processo.

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