19 Settembre 2023

Lavoro, Prato la provincia con i redditi (dichiarati) più bassi della Toscana

Il dato emerge da uno studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato a due ricercatori veneti, che spiegano: "C'è un mix di ragioni, si va dal rispetto dei contratti ai contratti segnati come part time"


Prato è la provincia con le dichiarazioni dei redditi più basse della Toscana, con un distacco più marcato nel settore manifatturiero, dove viene quasi “doppiata” da Lucca (17.173 euro contro 30.132) e distanziata di oltre 4.300 euro dalla penultima, Grosseto (21.475 euro). E’ il primo dato che emerge dallo studio commissionato dalla Cisl Firenze-Prato ai due ricercatori veneti Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, che guarda alle tendenze per i prossimi anni, nella provincia pratese, lungo il filone del lavoro e dei giovani. La ricerca è stata presentata stamani al Prisma di Prato, davanti al sindaco di Prato Matteo Biffoni, al vescovo di Prato Giovanni Nerbini e a rappresentanti di istituzioni e realtà economiche e sociali della città. “Abbiamo notato che a Prato, dove il manifatturiero è molto presente, le dichiarazioni dei redditi sono molto più basse che nelle altre province italiane in cui il manifatturiero è altrettanto sviluppato – spiega Dal Pra Caputo -. C’è un mix di ragioni, c’è un tema probabilmente di rispetto dei contratti, di difficoltà di applicazione,  di contratti che a volte invece di essere full time sono segnati come part time”.

L’altra questione che emerge sul fronte occupazione è la diminuzione di persone in età lavorativa: nei prossimi 10 anni a Prato ci sarà un calo di -6.300 potenziali lavoratori. “Un calo demografico che sarà ancora più pesante se non riusciamo a far incontrare chi cerca e chi offre lavoro”, spiega Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato. Guardando allo studio, si evince che anche in una provincia come Prato, con un forte numero di stranieri giovani, la quota di lavoratori over 45 è cresciuta di 10 punti percentuali. Nel 2031 la popolazione potrebbe salire di oltre 10mila unita, ma a crescere saranno gli over 65, che passeranno da 53.244 del 2013 a 69.835. Da qui a 10 anni le persone potenzialmente in età pensionabile, che oggi hanno un’età compresa tra 57 e 67 anni, saranno 37.821. Quelle che entreranno potenzialmente nel mercato del lavoro, ovvero che oggi hanno tra gli 8 e i 18 anni, saranno 28.621. Applicando il tasso di occupazione medio del 68,3% del 2022, si ottiene una mancanza potenziale di circa 6.300 lavoratori nel 2032.

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