L’aspetto più pratico che l’estate è finita è la riapertura delle scuole, coi conseguenti ingorghi nel traffico. Specie in una città come Prato dove, a detta dell’ex assessore alla mobilità Benigni “se si mettessero in fila una dietro l’altra le macchine immatricolate non basterebbero tutte le strade del Comune a contenerle”.
Fra amici non si parla quai più del tempo che cambia, ma degli escamotage per evitare la Declassata e non restare prigionieri delle strozzature del Soccorso e del ponte Lama. E infatti anche le vie d’intorno son paralizzate.
Chi non ha neppure la consolazione di un itinerario alternativo sono gli automobilisti della 325, che porta in Valbisenzio, compressa fra il fiume e la montagna, sfiorando migliaia di case. La 325 è condannata a non avere varianti o complanari: basta un cantiere col senso alternato per creare code bibliche, sprechi di tempo e di benzina a motore acceso ed auto ferma. E travasi di bile. In caso di intoppo si viaggia a una media concorrenziale con quella di un pedone. Per questo, sembrano una beffa i due autovelox a distanza di 1500 metri posti all’ingresso della 325 (o alla fine, a seconda della provenienza), prima e dopo la galleria. In mezzo passa il confine amministrativo tra Prato e Vaiano. Installate legittimamente, per carità e regolarmente segnalate, quelle due sentinelle dei piedi pesanti di fronte alle quali capita spesso di transitare incolonnati a passo d’uomo appaiono piuttosto come i caselli d’ingresso e uscita dove si paga il pedaggio di un’autostrada che autostrada non è. O le poste di un vecchio dazio, dove l’ineffabile gabelliere pretende e ottiene a più riprese un fiorino dal candido Troisi.
Abituati a passarci di fronte a passo lento, occhio a lasciarsi andare a strada sgombra. Praticamente, con lo stesso colpo di acceleratore galeotto si rischiano due infrazioni e due sanzioni, una per ciascun Comune. Una beffa, due fiorini.
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Disegno di Marco Milanesi