24 Ottobre 2023

Incendi, degrado e abbandono, salviamo le mura della città

Il bastione del vecchio ospedale e quello delle Forche in pessime condizioni. Anche il Cassero va rilanciato


 

 

Il centro di Prato ha la pelle debole. Tratti delle mura trecentesche e del rafforzamento mediceo versano in pessime condizioni e ciò che in altre città  rappresenta occasione di pregio e di vanto sul piano paesaggistico e turistico, qui costituisce un pericolo per incolumità e sicurezza. È di ieri l’incendio nella villa dismessa al bastione del vecchio ospedale vicino porta al Leone. in via della  Misericordia, divenuta  ricettacolo di senzatetto dediti ad attività illegali. L’edificio era abitato da una persona (poi denunciata) malgrado gli annunci di chiusura degli accessi, avvenuti in occasione di recenti blitz delle forze dell’ordine.
<span;>È la quarta occasione in cui la villa è a balzata senza onore alle cronache da maggio a oggi. L’appartenenza a privati dell’edificio  e la nomina di un curatore da parte del tribunale rende complessa la situazione di messa in sicurezza e pieno recupero dell’edificio.

Ma al di là delle vicende legate alla villa è l’intera porzione di mura dell’ex complesso ospedaliero che merita cura e un progetto di completa restituzione alla città. Avventurarsi nella zona a sinistra dell’ingresso dell’ex ospedale, superando la palazzina ex malattie infettive, ora adibita ad hospice ed ambulatori significa immergersi in un potenziale piccolo paradiso di verde e antiche architetture che appare un delitto sottrarre al godimento. La realizzazione entro il 2025 nelle prospicienti ex cappelle del commiato di una casa di comunità da parte dell’Asl (annunciata di recente a questo sito nella rubrica  Pratesi della domenica da Claudio Sarti),  può rappresentare lo spunto  per un recupero che non dev’essere ignorato né rinviato. E nel cui ambito possono essere risolti anche i problemi della villa dismessa che, da potenziale gioiello, è divenuta tugurio.

 

L’altro fronte in cui le mura, stavolta nel tratto medievale versano in condizioni penose è al bastione delle Forche. Ritarda il  recupero dell’edificio con splendida veduta, affacciato sul Bisenzio, da trasformare in luogo ricettivo con bar all’aperto. Ciò non giustifica il degrado assoluto e la sopraggiunta impraticabiiita  del passaggio fra piazza Mercatale e il parcheggio di via Martini, restituito a piena ed esteticamente godibile fruizione anni fa e lasciato andare in malora. Una breccia pedonale fra centro e zona delle Poste è fra l’altro utilissima e non ha senso rinunciarvi almeno in orari diurni. Se si aggiunge che lo stesso Cassero medievale è per lo più chiuso o con il camminamento sopraelevato interdetto, si evince come il rispetto del perimetro della città antica sia  trascurato anche in zone di recente recupero.E nonostante exploit ome l’installazione a ridosso di alcune porte (Frascati, Leone, Serraglio) di sculture e installazioni destinate a completare l’anello di arte contemporanea, introdotto con Moore in piazza San Marco. Le mura non sono figlie da trattare coi guanti o figliastre da trascurare. Nell’epoca postunitaria  in cui i Savoia promossero l’abbattimento delle cinte urbane, i  nostri nonni costruirono capannoni e ciminiere appoggiati al fronte interno ed esterno delle mura. Un sacrilegio, visto con gli occhi di oggi. Ma quello sfruttamebto in chiave economica appare comunque più rispettoso di certo abbandono dei giorni nostri.

 

Buongiornoprato@tvprato.it 

 

disegno di Marco Milanesi

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