7 Ottobre 2023

L’auto costa e inquina, occorre potenziare i treni per e da Firenze e la Valbisenzio

La ferrovia resta sottoutilizzata, benché senza i convogli nazionali perduti per l'alta velocità sarebbe possibile potenziare le linee dei pendolari


Aumenta lo smog, declassata ansimante chissà quanto per le strozzature  del Soccorso e del Ponte Lama su cui dovrebbero intervenire Anas e Autostrade (auguri). Nell’attesa, nelle direttrici per Firenze e la Valbisenzio. nulla si è fatto per i treni, alternativa più immediata dell’auto,
Con l’avvento dell’Alta Velocità la linea per Bologna  ha perso la maggior parte dei treni nazionali e la stazione centrale di Prato non è più  lo snodo ferroviario fra l’Italia e la Toscana della costa nord. I quattro binari per Firenze e i due per Bologna e la Vallata  sono sempre più tristi e solitari, ma nei collegamenti con Firenze (e di conseguenza Pistoia) siamo fermi a quindici anni fa.  Quarantasei corse nei due sensi dall’alba a dopo mezzanotte, tre all’ora ma con fasce tardo mattutine e serali senza collegamenti con partenza dal capuluogo. Temerario affidarsi al treno per rientrare da una serata a teatro o allo stadio. O per concludere un viaggio con Frecce o Italo.

Il treno è il mezzo di studenti e lavoratori costretti alle ore di punta a scomodissimi viaggi in piedi. Servirebbero corse bis per un minimo confort, Ma se lo scopo è, come impone il rispetto ambientale, trasferire da auto a rotaia  il movimento da e per Firenze almeno fino a Pistoia (oltre siamo ancora in ritardo con la galleria del Serravalle) sui quattro binari fra le due città dovrebbero esser percorsi con cadenze da metropolitana. La metro di superficie di cui sentiamo parlare da quando eravamo bambini,

In città e non solo invece si culla  la speranza che Firenze conceda il prolungamento fino alla questura di Prato della tramvia che raggiungerà Campi Bisenzio. Un’elemosina, incerta nel se davvero arriverà qui e quando.
La ferrovia invece esiste già, basterebbe utilizzarla a fondo. Con minori costi e miglior servizio rispetto alla tramvia, visto che al treno si accede anche dal centro storico (Serraglio) e da Borgonuovo: la tranvia alla Questura una volta, chissà quando, realizzata, finirebbe paradossalmente per ingolfare ancor più la Declassata: aumento delle auto per prendere l’alternativa all’auto. Kafka non avrebbe fatto di meglio.

Sul tratto da e per la Valbisenzio invece occorrerebbe un progetto complessivo: su quella direttrice il trasporto prevalente è di persone, non più di semilavorati tessili come negli  anni Sessanta e Settanta con l’andirivieni di casse, subbi,  filati e pezze fra tessiture e tintorie. La strada ex statale 325 è fragile e ingolfata; perfino la ciclabile Prato-Vaiano da anni interrotta: trasferire su rotaia i passeggeri è l’unica soluzione. Creando un paio di fermate in più e corse cadenzate per Bologna. O limitate a Vernio, se si teme che l’aeroporto Marconi, ben collegato da people-mover alla stazione bolognese faccia concorrenza agli scali di Peretola e Pisa. Forse a supporto della rivoluzione nel tratto pratese della ex Direttissima si potrebbero ipotizzare capitali privati. Attualmente fra Praro e Vernio ci sono una quindicina di corse, con partenza al minuto  07 di ogni ora (ma non alle 19). O si fa diventare la ex direttissima una vera linea ferroviaria “socialmente utile” o finirà per andare perduta, col trasporto passeggeri subordinato a quello merci, per il quale sono in corao lavori per adeguare le dimensioni delle gallerie.
I costi economici ed ambientali delle auto spingono a intervenire. E a superare barriere burocratiche finora insormontabili anche per chi sul tema si era impegnato con serie intenzioni e buona volontà. Qualcosa però dovrà cambiare in campo ferroviario. Anche questo, un buon tema per i prossimi candidati.

 

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi

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