11 Ottobre 2023

Spaccio e risse fuori, cultura nel chiostro: San Domenico piazza del bene e del male

Contrasto fra quanto accade all'esterno e le attività che si svolgono nel convento. L'ipotesi di pedonalizzazione


Cosa viene in mente ai pratesi quando si parla di San Domenico? La piazza dalla reputazione un po’ maledetta, con degrado crescente, microcriminalità, spaccio e il ricordo dei migranti che anni fa vi stazionavano, cellulare in mano, sollevando indignazione. Oppure le attività associative e culturali che si svolgono nel chiostro dell’antico convento, crocevia di dibattiti, presentazione di libri, incontri conviviali, piccoli concerti.

Una contraddizione vivente, San Domenico, con le mura della chiesa e del convento che separano espressioni così accentuate di bellezza e degrado, spiritualità e spaccio, cultura e paura dei commercianti di fronte allo scatenarsi di risse e regolamenti.
Tv Prato ha iniziato da lì il viaggio nelle piazze del centro, malate di solitudine o di eccesso di folla. San Domenico né l’una né l’altra, perché gli eventi nel chiostro gestito da ‘Prato culture’ sono frequenti e affollati da un pubblico che però, varcato il portone guadagna frettoloso l’auto e rincasa. La piazza resta un parcheggio senz’anima viva e quelle che ci sono trafficano guardinghe e riparate. San Domenico è un tuffo nel medioevo, non nel senso parziale, deteriore e ingeneroso legato alla retorica dei secoli bui, ma in quello manicheo di contrasto fra bene e male, luce e tenebre, eccelsi spiriti e profondi abissi.

Quale dei due aspetti prevarrà? La cultura, lo spirito avranno la meglio sulla droga e il malaffare? Si parla di toglier le auto di passaggio e in sosta offrendo al ristorante (che curiosamente si chiama Garage) la possibilità di allargarsi coi tavoli. E, immancabilmente, s’invoca maggior vigilanza che ispiri il pieno ritorno della residenza. A noi piace ricordare che a risollevare il chiostro e destinarlo ad eventi, fu tempo fa un gruppo di eterni ragazzi di settant’anni che nel chiostro e in chiesa e nel campino da calcio di San Domenico erano cresciuti sotto lo sguardo severo e benedicente di padre Giorgio Civinini. E che dopo giri immensi si sono ritrovati lì, con qualche acciacco e lo spirito di allora. Di quando San Domenico viveva anche in piazza, con la Guido Monaco, l’abbigliamento Coppini, la cartoleria Bertelli, il bar Bruschi, il Paoletti, la sede della Dc e Livio, la trattoria dei giocatori del Prato. Bello, se il vigore e la passione di quei ragazzi senza età varcasse le mura del convento contagiando la piazza. E San Domenico fosse solo luce. Metaforica e di nuovi lampioni, dai toni finalmente più caldi e accoglienti.

 

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi

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