13 Ottobre 2023

Tessile, danni per l’estate lunghissima. Ma arriva il freddo di ottobre

L'industriale Sandro Ciardi: "Negozi deserti, compratori alle fiere con poca liquidità". Calo del 6%, persi 320 milioni in Italia.


Le previsioni meteo annunciano che nell’imminente week end arriverà ottobre. Verrà a fare il proprio mestiere di mese autunnale. Scaccerà agosto che allungandosi, si è mangiato settembre e le sue di solito splendide avvisaglie della stagione che cambia. E coi 29 gradi delle ore 14 di ieri, agosto si è pure preso l’inizio del mese corrente. L’estate infinita (così s’intitola anche un romanzo di Nesi) è accolta con piacere da quanti vivono in città, di solito poco condizionati dal tempo e ciononostante voraci consultatori del meteo, che si beano del sole, del vivere ancora in maglietta, del mare vicino ancora praticabile. Meno, molto meno felice chi opera in campagna e deve alla regolare ripetitività delle stagioni le proprie fortune. L’olio vedrà compromessa la stagione sul piano quantitativo per il caldo in fioritura, i parassiti e i frutti caduti per le temperatute. Meglio il vino: la vendemmia è partita da tempo.

 

La stagione “impazzita” (chiamiamola così, anche se ad impazzire sono solo gli uomini e talvolta la maionese), incide anche sul tessile?

Il distretto di Prato che pur da decenni produce tessuti per l’intera annata e non solo per l’autunno inverno è tuttavia associato alla lana, ai climi freddi. “Gli effetti più incisivi si avvertono più che in fabbrica, a livello di negozi. Col sole cocente le vetrine non hanno fatto completamente il cambio estate-autunno inverno e le collezioni in lana occupano una parte esigua delle esposizioni. Del resto, con 30 gradi è fastidioso anche solo provare un capo caldo” risponde Sandro Ciardi, socio di Dinamo, lanificio con sede a Montemurlo e con incarichi rappresentativi in nel mondo confindustriale pratese.

Il freddo arriverà comunque e gli acquisti saranno solo rimandati. “Sì, ma avverranno più lentamente col rischio che gli incassi siano differiti e i commercianti si presentino alle fiere, ad esempio a Pitti, con ridotta liquidità e acquistino meno e con prudenza, aspetto che finirebbe col ricadere anche su noi produttori”.

 

Il pensiero di Ciardi è in linea con quello di Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia, che al Fatto Quotidiano si è detto preoccupato, sia nel ruolo istituzionale che come imprenditore nel Ferrarese che “i negozi di moda hanno registrato il rinvio di almeno un mese degli acquisti di maglieria, giacche, abiti, giubbotti, abbigliamento e calzature più pesanti sia per la donna che per l’uomo. A soffrirne sono soprattutto le piccole boutique delle periferie”. Secondo Federazione Moda Italia-Confcommercio nel paese gli acquisti a settembre sono calati del 6% pari a circa 320 milioni in meno di euro sul giro d’affari annuo di 34 miliardi.

 

Sul fronte dei costi, il settembre caldo ha costretto a utilizzare i condizionatori pur essendo un periodo in cui di norma non fa né caldo né freddo abbastanza da regolare artificialmente le temperature. A compensazione, forse slitterà l’apertura dei termosifoni prevista a inizio novembre. “Il fattore climatico potrebbe agevolare sul fronte riscaldamento – conclude Ciardi – ma il conflitto Israele-Hamas porterà a imprevedibili nuovi rincari dell’energia. Che gravano sulle teste di noi imprenditori e potranno incidere sui costi di produzione”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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