Non diremo che una rondine fa primavera, specie nel.primo giorno di vero autunno, però la terza vittoria consecutiva del Prato calcio, porta con sè bei presagi. Certo, perché conseguenza del recente e fruttuoso cambio di allenatore e del lavoro serio della società. Ma cogliamo altri segnali impercettibili. Lo striscione appeso alla rotatoria del ponte Petrino, bacheca a cielo aperto dei tifosi, con un’esortazione “Pieniamola” che induce a pensieri non tutti riferibili, ma certo legati alla curva dello stadio. Come il lento rifiorire dei conciliaboli fra tifosi che si attrezzano per trasferte in sedi magari da ricercare sulla guida dei borghi italiani e malgrado ciò affrontate senza l’indignata, spocchiosetta nostalgia di avversari più degni (“finché non si torna minino a Ferrara, non mi rivedono”). Senza più evocare per forza il Grifo Cannara, simbolo e frontiera ultima di ogni precipizio biancazzurro. Per l’orgoglio di Cardato riciclato pratese che riempie il web di fresche maglie biancazzurre esibite nelle fabbriche a ricordare come entrambi – il cardato e il calcio – siano pezzi di storia (il Prato 115 anni in questi giorni) e di futuro, malgrado le recenti difficoltà di entrambi. Se poi perfino Il.gioco è fatto in Tv si fa in due per dedicarsi con più attenzione al Prato separandolo dagli altri sport come fa La Domenica Sportiva, il quadro è perfetto. Ovviamente tutto è nelle mani di Novelli e nei piedi di Cela, Mobilio (il nostro Immobile, per nome e gol) e della squadra. E ricordate: mai più fidarsi del Carpi, son concorrenti nel tessile e nel pallone. Qui li conosciamo bene.
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disegno di Marco Milanesi