Piazza Ciardi, fra antico, moderno e i consigli della Lonely Planet
Rotatoria permanente, coi residenti vicinissimi al centro ma senza i limiti della ztl. Spaccio, lotta e denunce. Una fontana che divide
Propaggine aggiunta del centro storico o inizio della periferia? Piazza Ciardi, al centro del nuovo focus di TV Prato, non ha mai risolto il dilemma e vive un po’ inquieta la sua natura antica di piazza borghese, residenziale e commerciale e quella moderna di grande rotatoria distributrice del traffico che da nord cerca sbocchi a Chinatown. E, viceversa, punta al viale Galilei da via Franchi.
La piazza “antica” appartiene ai “privilegiati” dei palazzi con alle spalle la ferrovia e in faccia la vista della Calvana e il vento che rinfresca d’estate e pulisce d’inverno. Del centro godono la vicinanza, non patendo le ristrettezze nella mobilità. La stazione e via Magnolfi si raggiungono in un minuto, il duomo in tre, camminando. Il garage pubblico del Serraglio è sotto casa e sotto casa si arriva in auto a qualsiasi ora, strisce blu permettendo, perché sempre piene, fra Università e negozi.
COMMERCIO I negozi sembrano fare a gara a migliorarsi quasi a compensare il fatto di non essere fisicamente entro le mura che lì a due passi furono abbattute dal Granduca per far passare la ferrovia. Il fotografo Bolognini, la mesticheria specializzata in colori, la macelleria kosher, il gommista, la tabaccheria, un nuovo b&b, la parrucchiera Giulietta. L’autoscuola Cortesi che in centro c’era già l’ha scelta per differenziare. L’albergo Toscana avrebbe potenzialità, per posizioni e carenze del centro.
Sui negozi, la parola definitiva la pone la vituperata (in questi giorni) Lonely Planet, che nella per ora non vituperata mappa di Prato dà consigli per gli acquisti, citanido al numero 11 un cognome secco, tranchant: Coppini. Riassuntivo s’immagina della boutique dell’abbigliamento e di quella delle biciclette, entrambe fondate col proprio cognome da Enzo, gregario ai tempi di Coppi e Bartali, poi commerciante di esplosiva umanità, trasmessa alle figlie Sandra e Valeria e di competenza ereditata dal nipote Massimo. In piazza Ciardi non vedi vetrine vuote ma è già
Piazza Ciardi dall’alto
un’impresa vedere una vetrina, causa le auto parcheggiate sul perimetro esterno, i marciapiedi strettini lato via Strozzi, auto e bus che girano senza posa. Ma vedi le insegne accese e non è poco. La coincidenza (traffico+negozi aperti e belli) dà fiato ai detrattori delle ztl, ma qui la piazza è ampia, le vie di accesso scorrevoli (meno il deflusso su via Strozzi), i posti auto tanti. La piazza è sempre piena, mezzo vuoto il parcheggio del Serraglio con accesso a 50 metri, coperto, sorvegliato, zero rischio multe per biglietto scaduto. Abitudine o mai superata percezione d’insicurezza?
Telecamera puntata su piazza Ciardi
LOTTA ALLO SPACCIO Prima che arrivassero le Jene (inizi 2016), anzi forse ispirandone il fin troppo benedetto servizio, contammo con il custode Longobardi e scrivemmo su La Nazione di centinaia siringhe lasciate in 48 ore in un solo giardinetto sul tetto. Poi il parcheggio fu sigillato e le cose migliorarono, sul grande tetto nacque un parkhour di basket intitolato a Yoghi Giuntoni. Consumatori e pusher se ne andarono. “Basta tiri liberi”, lo scontatissimo titolo. Ricordi o reviviscenza del fenomeno fanno preferire la sosta in piazza a cielo aperto. Comunque un bel vedere, il sabato mattina, quando c’era il lavaggio, la piazza vuota. Semipedonalizzare, con traffico libero e fermata a tempo sulla corolla interna o esterna ai giardini? Coraggioso e possibile, visto che tra Serraglio, piazza del mercato nuovo, riva del Bisenzio gli stalli sovrabbondano. Il freno a rinunciare al parcheggio di fronte a case e negozi è magari lo spaccio pure recente oggetto di blitz, denunciato anche negli androni dei palazzi, fra i contatori, dove si lascia la banconota e si ritira la dose.
La fontana di Marco Bagnoli installata nel 2019 nei giardini
LA FONTANA Perché la sera quando il Pin e La Nazione chiudono, restano solo le luci del bar e i neon sui binari. Tutto si concentra sui giardini al centro della piazza, definiti, “non troppo malfrequentati” perché come le auto in sosta illuminati e aperti su centinaia di finestre e di occhi. Di notte padrone di piazza Ciardi diventa “L’anello mancante alla catena che non c’è 1989-2018”, installazione-fontana firmata Marco Bagnoli, dal nome che sembra fatto apposta per procurarle un nomignolo pop, per ora Mongolfiera. La fontana unisce le due anime, anzi: le dueetà della piazza. Fa parte della grande rotatoria contemporanea ed è destinata al godimento “antico” di residenti e commercianti. Molti le si sono affezionati. Qualcuno, visto il soprannome, sogna di vederla un giorno volare via.