19 Novembre 2023

Sanel Agic: “Aiuto gli alluvionati con l’asta di cimeli del ciclismo”

Vecchie maglie di club pratesi e divise di campioni in vendita per sostenere l'associazione Stremao


 

 

Una vecchia maglia di lana grezza con la sobria scritta del nome di una ditta, di una squadra o di una coppia di partigiani può portare un piccolo ma significativo aiuto agli alluvionati. Succede grazie a Sanel Agic, quarantadue anni, di Sarajevo, diventato pratese nel 1995 quando, a guerra in Bosnia dichiarata finita, arrivò in questa città e non se ne andò più. Sanel ha promosso in rete un’asta benefica di maglie e cimeli di un ciclismo antico e poetico, pratese, toscano e italiano al fine di raccogliere fondi da destinare alle famiglie colpite dall’alluvione. I proventi andranno a Stremao, associazione cittadina impegnata nella solidarietà che, dal 2 novembre ha concentrato ogni sforzo negli aiuti alle famiglie e alle piccole aziende colpite. Agic dichiara che ieri sabato la somma raccolta era di circa 1200 euro.

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Sul profilo Facebook di Sanel Agic sono riportate le foto del patrimonio di memorabilia del ciclismo raccolte in una collezione che varia dalle divise da corsa alle biciclette, dai cappellini alle giacche degli operatori tv, non trascurando cartelli per le ammiraglie e palette per regolare il traffico. Agic custodisce tutto in un magazzino nella zona nord della città, raggiunto ma non danneggiato dall’acqua.
Per partecipare all’asta è sufficiente rialzare nella chat la somma raggiunta (si parte da un euro). Il materiale sarà inviato per posta. Appassionati di tutta Italia stanno partecipando, attratti dalle rarità. I più sensibili, come Francesco Fondriest, fratello di Maurizio campione del mondo 1988, raddoppiano la somma occorsa per aggiudicarsi la maglia, poi restituiscono il cimelio perché sia rimesso all’incanto.

A sorpresa, fra tante maglie indossate da campioni come Franco Bitossi, tira molto la divisa del Gs Cecchi di Prato. “Qualcuno la indossò, oppure la portava un suo avversario, e i ricordi si rinverdiscono e fioccano i rialzi”, racconta Sanel.
Alcune maglie riportano commoventi ritocchi. Una, di color azzurro, ha tasche porta cibo sul petto oltre che sulle spalle, altezza reni. “C’era miseria, ma i corridori avevano disponibilità di alimenti da consumare in corsa. Le tasche supplementari, fatte cucire forse in famiglia, si riempivano di cibo da portare a casa”. Tutto è storia, nella collezione di Agic. Storia di sport e di vita, che solo nel ciclismo sono tanto vicini, quasi intercambiabili. E storia trasuda dagli scaffali e dagli appendiabiti con le divise. E buca lo schermo degli smartphone, dei computer di chi partecipa all’asta benefica.

Per Sanel Agic l’asta è il culmine di una storia di sofferenza e reazione. Alla guerra in Bosnia, alla perdita di persone care e infine alla leucemia che Sanel curò otto anni fa con il fioretto di correre l’Eroica in caso di superamento delle difficoltà. “Mi iscrissi, scrivendo sulle braccia col pennarello i nomi dei malati che avevo avuto compagni di camera e non ce l’avevano fatta”. È la scintilla della passione per la bicicletta, esplosa e irreversibile e che si è ppi manifestatanella collezione di pezzi antichi.

Una collezione di cui è a conoscenza l’amministrszione, con in testa il presidente del consiglio comunale Gabriele Alberti e il sindaco Biffoni. Albrtti spiega che si punta a una mostra in città per l’inaugurazione della ciclovia Prato-Firenze, prevista per il 2024. Ma Sanel Agic spera in un evento in occasione della partenza del Tour de France  dal piazzale Michelangelo. Contatti sono in corso col Museo del Tessuto. Lui azzarda il Pecci.

 

In attesa di realizzare il sogno del Tour, la realtà degli aiuti agli alluvionati. Una solidarietà per la quale il ciclismo accorcia ogni distanza. Ogni località oggi allagata aveva ieri una gloria ciclistica a inorgoglirlo. Montemurlo Aldo Bini, Vaiano Fiorenzo Magni, Seano i fratelli Maggini, Catena di Quarrata Fabrizio Fabbri, le zone nord di Prato erano percorse per ragioni di vita prima che per allenamenti e gare da Giulio Bresci, Enzo Coppini, Giovanni Corrieri. Tesoro di un territorio che al ciclismo donò muscoli e talenti, prima degli investimenti degli sponsor Filotex e Magniflex. E che oggi intraprende la via a ritroso: aiutare chi soffre grazie ai ricordi di uno sport che non ha bisogno di impianti: si corre nelle strade. Le stesse strade sulle quali ieri sfrecciavano le maglie raccolte da Agic ed oggi sono finite sotto il fango.

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disegno di Marco Milanesi

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